25 Aprile 2024, giovedì
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Trump "chiude" a immigrazione da Africa e Haiti: "Basta accogliere gente da questo ce**o di paesi"

104466932-PE_Color.240x240Sono parole che assomigliano a uno schiaffo in piena faccia. In un incontro nello studio ovale con alcuni membri del congresso, Donald Trump ricorre a un’espressione inedita (e inaudita) contro gli immigrati. A parlamentari e senatori che gli chiedevano di riconsiderare la decisione di togliere lo status di protezione a migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni paesi africani, Donald Trump ha risposto: “Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo ce**o di paesi?”. Un’espressione volgare quella di ‘shithole countries’ usata dal presidente e che subito ha scatenato polemiche. No agli “shithole countries”. Sì alla Norvegia Trump si sarebbe spinto anche oltre: gli Stati Uniti dovrebbero attirare piu’ immigrati da paesi come la Norvegia. I presenti all’incontro – secondo indiscrezioni riportate dai media americani – sarebbero rimasti spiazzati dal duro attacco del presidente. Il senatore repubblicano Lindsay Graham e quello democratico Richard Durbin sono rimasti gelati: solo pochi minuti prima, avevano proposto di tagliare del 50% la lotteria per i visti di ingresso negli Usa continuando a tutelare gli immigrati già residenti nel paese con lo status di protezione. Status accordatogli in quanto costretti a lasciare i loro paesi di origine per sfuggire alle conseguenze di catastrofi come i devastanti terremoti che negli anni passati hanno colpito El Salvador o Haiti. Trump si corregge, non voglio migranti da paesi messi male “Il cosiddetto accordo bipartisan sul Deferred Action for Childhood Arrivals (sui dreamer) che ieri è stato presentato a me e ad un gruppo di senatori e membri del Congresso repubblicani è stato un grande passo indietro”. Lo twitta Donald Trump, correggendo il tiro, dopo la bufera, sulla frase che gli era stata attribuita ieri sera secondo la quale avrebbe parlato di ‘paesi cessi’. “Gli Usa – aggiunge il presidente – sarebbero costretti a prendere un gran numero di persone da paesi ad alta criminalità e messi male. Voglio un sistema di immigrazione basato sul merito e persone che contribuiscano a migliorare il nostro paese”.  “Il linguaggio che ho usato al meeting sull’accordo Daca (sui dreamer) è stato duro”, ma “non ho usato quel linguaggio”. Così Trump. “Quello che è stato veramente duro è stato ricevere una proposta così stravagante”, ha aggiunto. L’offesa e lo sconcerto internazionale Le parole pronunciate da Trump incontrando alcuni membri del congresso nell’ambito delle trattative per sciogliere il nodo dei dreamer fanno eco a quelle che il presidente avrebbe pronunciato nei mesi scorsi. Lo scorso giugno avrebbe infatti detto che i 15.000 haitiani arrivati negli Stati Uniti nel 2017 “hanno tutti l’Aids”. Non se la sono cavata meglio i 40.000 nigeriani giunti negli Usa lo scorso anno: “Non torneranno più nelle loro capanne”.

a cura di Maria Parente

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