25 Aprile 2024, giovedì
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Banche impavide davanti al cybercrime: meglio risarcire che proteggersi

È meglio rimborsare un cliente vittima di frode informatica piuttosto che dotarsi di una protezione più efficace per gli e-payments. È questa la fotografia scattata da un sondaggio condotto da Kaspersky Lab e B2B International nel corso della prima metà del 2014: un atteggiamento che, dato l’interesse sempre maggiore dei cybercriminali verso i pagamenti online, potrebbe tradursi in notevoli spese per gli istituti di credito.

Difatti, secondo il sondaggio il 52% delle società finanziarie dichiara di risarcire le perdite subite dai clienti durante una truffa online senza indagare sulle circostanze, e quasi un terzo delle aziende ritiene che i costi sostenuti a causa delle minacce informatiche siano inferiori alla spesa correlata invece alla adozione di una protezione.

Sono molte le organizzazioni che lavorano con i pagamenti online disposte ad accettare i costi aggiuntivi che derivano dagli attacchi informatici: il 28% dei rappresentanti di società finanziarie, così come il 32% dei dipendenti dei negozi online, sono convinti che le perdite totali causate dalla criminalità informatica, tra cui il rimborso del denaro rubato, non superino i costi che comporterebbe implementare una soluzione di sicurezza. Solo il 19% delle società finanziarie e il 7% dei marketplace online ritengono che il costo per compensare le perdite subite dai clienti meriti le prime tre posizioni fra le conseguenze più gravi di una frode informatica.

Infine, secondo il Kaspersky Security Network, nel 2013 quasi 4 milioni di utenti di Kaspersky Lab si sono trovati difronte ad un tentativo di furto di denaro da parte di un malware finanziario (con un aumento del 18,6% rispetto al dato del 2012). E nel dicembre 2013 alcune banche nordamericane hanno subito perdite per oltre 200 milioni dollari a seguito della perdita dei dati personali e della carta di credito di diversi utenti: e con molta probabilità i danni subiti vanno ben oltre la somma menzionata.

«Oltre a dover accantonare fondi volti a rimborsare il denaro rubato ai clienti, per le società finanziarie esiste anche la necessità di coprire i costi di gestione dovuti ai reclami da parte ei clienti stessi – commenta Ross Hogan, Global Head of Fraud Prevention Division di Kaspersky Lab. Inoltre, anche quando le vittime ricevono i rimborsi in tempi rapidi, sono comunque propense a pensarci due volte prima di usare i servizi di una banca che ritengono non possa garantire la sicurezza dei loro conti online. È quindi molto meglio evitare la perdita piuttosto che rimborsare».

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