25 Aprile 2024, giovedì
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Pastor, genero Wojciech Janowski confessa: “Sono mandante, uccisa per eredità”

”Sono io il mandante dell’omicidio di Hélène Pastor, volevo la sua eredità. Wojciech Janowski, insospettabile genero dell’ereditiera e console onorario di Polonia nel Principato, ha confessato di aver ordinato l’agguato del 6 maggio scorso in cui la Pastor fu ferita a morte.

Janowski ha ammesso di aver versato 200.000 euro per organizzare il delitto, più una serie di ”regali” di un valore di circa 50.000 euro, ha aggiunto il procuratore.

La compagna, nonché figlia della vittima, Sylvia Pastor, sostiene di aver ”scoperto tutto” durante l’interrogatorio e dice di ”sentirsi tradita” dal compagno.

Fermato lunedì 23 giugno con altre 22 persone, tra cui la stessa compagna Sylvia Pastor – con cui ha avuto una figlia – Wojciech Janowski, 64 anni, jet-setter poliglotta, diplomato a Cambridge e attivo nelle opere di beneficenza, ha ammesso di aver versato 200.000 euro per l’agguato.

Un annuncio il cui primo effetto è stata la revoca dall’incarico di console onorario. Nel giustificare la decisione, il ministero degli Esteri di Varsavia ha evocato la ”perdita della sua buona reputazione e affidabilità”. Il 27 giugno, verso le 9:45, Janowski, presidente della società monegasca Firmus SAM, specializzata in nanotecnologie, ha lasciato, con il volto coperto, la sede della polizia di Nizza per raggiungere il tribunale di Marsiglia. In una seconda auto, c’era il suo personal trainer, tra gli altri principali sospetti.

Secondo indiscrezioni di stampa, quest’ultimo avrebbe organizzato l’omicidio reclutando dei killer per conto di Janowski. Da giorni, le indagini sembravano stringersi intorno al genero, la cui compagna di una vita, Sylvia Pastor (che chiamava ‘Sissi’), è stata rilasciata dalla polizia senza particolari accuse.

Martedì 24 giugno, il procuratore aveva parlato di ”flussi finanziari sospetti” sui conti correnti del polacco. Due marsigliesi di origini comoriane, rispettivamente di 24 e 31 anni, sarebbero tra gli esecutori materiali dell’omicidio. Il 6 maggio scorso, Hélène Pastor, 77 anni e il suo autista-maggiordomo, Mohamed Darwiche, 64 anni, sono stati feriti a colpi d’arma da fuoco nei pressi dell’ospedale L’Archer di Nizza, dove la miliardaria era andata a visitare il figlio Gildo, vittima di un ictus. L’autista è deceduto dopo pochi giorni, mentre l’ereditiera è morta due settimane dopo, nel pomeriggio del 21 maggio.

Eppure nessuno a Monaco poteva aspettarsi questo colpo di scena: Janowski è una personalità insospettabile, molto impegnato nelle charity cattoliche, ma anche in favore della lotta contro l’autismo attraverso l’associazione “Monaco against Autism”, che ha contribuito a fondare e di cui la principessa Charlène è presidente onoraria e lui vicepresidente. Nicolas Sarkozy lo ha insignito con la croce dell’Ordine nazionale del merito.

”Davvero non posso credere che sia all’origine di questa storia inverosimile”, dice uno degli 82 consoli del Principato, parlando di una persona ”distinta, sempre sorridente”, ma soprattutto ”abbastanza ricca per non aver bisogno” di spingersi a tanto.

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