24 Aprile 2024, mercoledì
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Alloggi, riscatto in 7 anni

Gli alloggi sociali non potranno essere riscattati prima del termine di sette anni. Il termine decorrerà dall’avvio della stessa locazione e varrà solo per i conduttori privi di altra abitazione idonea al proprio nucleo familiare. Inoltre, la procedura di dimissione degli alloggi sociali potrà interessare anche i condomini nei quali la proprietà pubblica è inferiore al 50%, con l’obiettivo di razionalizzare il patrimonio e ridurre gli oneri a carico della finanza locale. Infine, per sanare la morosità degli inquilini, i comuni ad alta densità abitativa, potranno erogare le somme previste a tal fine nel fondo statale istituito dal dl n.102/2013, attraverso l’erogazione diretta al locatore. Sono queste alcune delle novità al Piano casa introdotte nel corso delle votazioni conclusive al testo che si sono svolte ieri mattina in Aula al Senato al termine delle quali il dl ha ottenuto il via libera per passare al vaglio di Montecitorio. «Dal secondo passaggio parlamentare però», ha spiegato a ItaliaOggi il relatore al Piano casa Franco Mirabelli (Pd), «non ci aspettiamo modifiche rilevanti, perché nel corso dei lavori nelle Commissioni abbiamo svolto un lavoro che ha trovato il parere favorevole di tutte le forze politiche».  Arriva, quindi, un freno alla prassi diffusa della sublocazione degli alloggi sociali. E’, infatti, stabilito che le convenzioni che disciplinano le modalità di locazione degli alloggi sociali, conterranno le clausole di riscatto e le relative condizioni economiche. I conduttori degli alloggi sociali dovranno attendere almeno sette anni, decorrenti dall’inizio della locazione, prima di richiedere all’ente proprietario il riscatto dell’immobile. Ma non tutti sono ammessi alla procedura. Questa, infatti, è prevista solo per i conduttori che non possiedono altra abitazione che risulti «adeguata alle esigenze del nucleo familiare».

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