23 Aprile 2024, martedì
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Cristo si è fermato a Eboli ma Komeini sta salendo dalla Sicilia (1)

di giorgio Voglio raccontare ai lettori de “La Notte” uno strano caso giudiziario verificatosi qualche giorno fa presso il Tribunale di Potenza che doveva giudicare un Magistrato di Taranto, l’ex sostituto Procuratore della Repubblica Matteo Di Giorgio. Una storia travagliata quella di Di Giorgio cominciata nell’ottobre 2010 con la richiesta di un mandato di cattura in carcere mitigata dal g.i.p. di Potenza in arresti domiciliari eseguito dai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza con accuse infamanti che vanno dalla concussione alla corruzione all’abuso di ufficio alla minaccia al termine di un’inchiesta avviata circa due anni prima (2008) e coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, competente sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Taranto. Se tutte le accuse fossero vere c’è da chiedersi dove stava in quegli anni (2001 – 2008) il suo Procuratore Capo e come mai Di Giorgio avrebbe subito una strana trasformazione simile a quella descritta nel celebre romanzo di Robert Louis Stevenson fra Mister Jekill il buono che si tramutava, grazie all’assunzione di un unguento speciale, nel suo alter ego cattivo mister Hyde.

Ancora alcuni anni fa infatti il giudice Matteo Di Giorgio era ritenuto il più affidabile sostituto procuratore della Repubblica della Procura della Repubblica di Taranto tanto da essere insignito della prestigiosa carica di delegato su Taranto della Procura Distrettuale Antimafia di Lecce. Subì perfino un attentato alla persona per il suo alacre impegno contro il crimine organizzato. Poi, del tutto improvvisamente, il cambiamento! Sarà stata l’aspirazione di candidarsi Presidente della Provincia di Taranto per il centro-destra, maturata nel 2008 ma – secondo l’accusa – coltivata fin dal 2001 (questa è la data del primo reato per il quale la stessa Procura di Potenza esclude che abbia preso denaro, mirando egli già da allora cioè dal 2001, soltanto ai voti, 2001-2008) sarà stato l’antagonismo con il parlamentare del P.D. del suo paese, Rocco Loreto, fatto sta che da migliore sostituto procuratore della Repubblica della Procura di Taranto, Di Giorgio si è trasformato di botto in un incallito concussore e corruttore tanto da essere arrestato, processato e poi condannato il 30 aprile scorso a ben 15 anni di reclusione! Quindici anni di reclusione! Avete capito bene! Il Tribunale ha ritenuto a suo carico tutti i sette capi di imputazione anche quelli annullati dalla Cassazione, tra cui due concussioni, nemmeno unite dal beneficio della continuazione (che si da anche ai mafiosi) una in danno di un imprenditore, Di Battista, il quale sarebbe fallito per causa sua (ma l’imprednitore nega), vari reati di corruzione e infine anche reati di abuso d’ufficio e di minacce inseriti in questo castelletto di ben sette capi di imputazioni. Pensate! Sette capi di imputazione!
Però sin poco dopo il mandato di cattura tutti hanno capito subito che qualcosa non andava in quel processo, perché in sede di giudizio sul riesame di quei capi di imputazione la Corte di Cassazione ne aveva annullati ben tre (censure che la Cassazione, in sede di riesame, non muove praticamente mai!) e il resto dela motivazione della Cassazione sembrava un’invocazione rivolta ai giudici di marito: Non poso entrare nel merito – diceva la Cassazione – ma siete sicuri che state facendo bene?

Mario Difensore CivicoTutti i commenti della Rete su questo caso sono stati estremamente cirtici, quanto meno allarmati. Invece i vari giornali locali, dopo aver dato la notizia il giorno dopo, non ne hanno parlato più. Mai sia che si offendesse il nostro equivalente della vacca sacra della religione Indù: il giudice santificato, che emana sempre condanne e non somministra mai assoluzioni. Scrive invece sulla Rete – per esempio – il prof. Mario Guadagnolo, già sindaco di Taranto dal 1985 al 1990: “Premetto che io – scrive (Guadagnolo) – non conosco il dott. Di Giorgio nè ho alcuna simpatia per certi magistrati che anzichè amministrare la giustizia la usano per obbiettivi politici. Ma 15 anni sono troppi se paragonati ai 15 anni di Erika e Omar che hanno massacrato con sessanta pugnalate la madre e il fratellino di sette anni o con i 15 anni comminati alla Franzoni che ha massacrato il figlioletto Samuele. Qui c’è qualcosa che non funziona. Non so cosa ma è certo che c’è qualcosa che non funziona”.

Ma la cosa non finisce qui! Perché al caso, sicuramente clamoroso del giudice Matteo Di Giorgio, si è aggiunto nello stesso processo un altro caso altrettanto clamoroso, che riguarda un altro Magistrato della Procura della Repubblica di Taranto il Procuratore Aggiunto dott. Pietro Argentino. Questi ha avuto la sventura di essere chiamato come testimone dal dott. Matteo Di Giorgio. E in base a un dovere civico, abbastanza elementare, si è presentato peer deporre. Ebbene non ci crederete! La sua deposizione insieme a quella di altri venti testimoni (fra cui cinque eccellenti un vicequestore in forza alla Questura di Taranto e quattro marescialli!) è stata inviata dal Tribunale di Potenza ai P.M. di quella Procura affinchè procedano contro il dott. Argentino e gli altri venti malcapitati per il reato di falsa testimonianza! Pensate! Venti più uno!.

caiazzaL’avv. Giandomenico Caiazza presidente del Comitato Radicale per la Giustizia “Piero Calamandrei” ha giustamente sottolineato l’assurdità di un Procuratore Aggiunto (Argentino) che fra pochi giorni dovrà sostenere una delicatissima requisitoria nel noto processo a carico dei dirigenti dell’Ilva di Taranto e nello stesso tempo deve apparire al grande pubblico come gravato del sospetto di una falsa testimonianza che gli proviene da un altro Tribunale della Repubblica.
Ciò che è accaduto al Tribunale di Potenza è quindi, come ben comprenderete, un fatto di una gravità inaudita e sottintende un conflitto fra Magistrati per gestioni politiche di casi giudiziari, promozioni e incarichi apicali, mai arrivato a questi livelli.

falconeVoglio fare alcune premesse utili perchè il lettore capisca che cosa c’è sotto. Sia a Taranto che a Potenza, patria di Angelo Sanza, sottosegretario ai servizi segreti quando un parte del Sisde voleva assassinare Giovanni Falcone e unh’altra parte del Sisde non era d’accordo (e lui da che parte stava?), come forse anche in altre città d’Italia, opera da decenni una centrale dei servizi segreti cosiddetti deviati in realtà atlantisiti, che condiziona anche gli apparati giudiziari e finanche quelli politici della città. Di sinistra. Così pure altra sede dei servizi segreti atlantisti questa volta di destra, opera a Brindisi. La sezione di Taranto in particolare appartiene sicuramente a quell’area politica che Nino Galloni avrebbe chiamato della Sinistra politica democristiana cioè una delle tre correenti9 democristiane, in cui si ripartiva la vecchia Sinistra Democristiana che erano – lo ricordo a me stesso – la Sinistra sociale capeggiata dall’on.le Carlo Donat Cattin, il cui figlio è stato suicidato-assassinato, la Sinistra morotea capaggiata dall’on.le Aldo Moro assassinato e poi inutilmente e per brevissimo tempo riesumata dal Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella anche lui assassinato, la Sinistra poltica capeggiata dai vari De Mita, Mancino, Rognoni, Scalfaro e Prodi, i quali non sono stati mai nemmeno scalfiti da un petardo. Ebbene quest’ultimo segmento politico della Sinistra Democristiana nel tempo dapprima ha annichilìto e assorbito la Sinistra Morotea grazie ai delitti che prima richiamavamo e cioè la strage di via Fani, il delitto Mattarella, il falso suicidio del figlio dell’on.le Carlo Donat Cattin e poi ha tentato di egemonizzare tutta la Democrazia Cristiana con le stragi del 1992 econ i noti processi Andreotti e di Tangentopoli. Scalfaro è morto per cui diciamo pace all’anima sua (che ne ha tanto bisogno;) ma uno dei protagonisti di quell’epopea il senatore Nicola Mancino oggi risponde di falsa testimonianza nel noto processo della trattativa perché secondo i valorosi Magistrati di Palermo nasconderebbe qualcosa ma più di qualcuno pensa che la sua imputazione subirà nel tempo un aggravio, tecnicamente chiamato contestazione suppletiva. Forse per strage.mancino

Nello scheramento politico italiano hanno sempre operato almeno tre segmenti ultraatlantisiti e quindi alla bisogna stragisti quando qualche altro segmento politico non si adeguava ai comandi americani. I tre segmenti politici cavalier serventi erano un piccolo segmento politico interno al Partito Socialista, un piccolo segmento politico interno al Movimento Sociale poi divenuto Alleanza Nazionale (in pratica la Destra Neofascista finiana) e infine un terzo segmento politico costituito dalla cosiddetta Sinistra Politica Democristiana. Sta di fatto che mentre il segmento atlantista socialista è stato soppresso, quello finiano si è ridoto all’1%, il segmento politico della Sinistra Politica Democristiana nel tempo si è espanso sempre di più e adesso attraverso il renzismo sta cercando di fagocitare anche la vecchia nomenclatura dell’ex Partito Comunista confluita nel P.D.

argentinoMa torniamo a noi e ai giudici tarantini Pietro Argentino e Matteo Di Giorgio. La cui delegittimazione – per completezza di informazione – è stata preceduta da un’altra clamorosa delegittimazione di un altro Giudice dell’area di centro destra il capo dei g.i.p. del Tribunale di Taranto Giuseppe Tommasino fortuantamente conclusasi coin un’assoluzione e quindi con un nulla di fatto. Potrete trovare maggiori dettagli su questa vicenda cliccando su Internet “OK Notizie Virgilio Magistrati milanesi e magistrati di Puglia 7a. puntata. Quindi Tommasino, Di Giorgio, Argentino, a Taranto dovremmo cominciare a parlare di un vero e proprio stillicidio di incriminazioni e di delegittimazioni a carico di Magistrati della Procura o del Tribunale non appartenenti all’area della Sinistra Politica Democristiana o altra area alleata ovvero all’area della Destra neofascista finiana. L’indagine a carico del Dott. Matteo Di Giorgio è durata circa due anni ed è stata condotta da un Maresciallo dei Carabinieri espulso dall’arma e caratterizzata dall’uso di cimici disseminate in tutti gli uffici del Tribunale di Taranto e della Procura. E’ capitato personalemente a me di essere invitato dal giudice Giuseppe Di Sabato, (g.i.p.) un Magistrato che non c’entrava niente con l’inchiesta, di essere invitato a interloquire con lui al bar del Tribunale anziché nel suo uifficio perchè anche nel suo ufficio c’erano le cimici di Potenza.

Ma c’è di più! La Sinistra Politica democristiana vuole diventare a Taranto assolutamente dominanate sia in Tribunale che in tutta la città perché corre voce che due Magistrati uno della Procura l’altro del G.I.P., resi politcamente forti dalla grande pubblicità e visibilità del processo Ilva, starebbero per passare alla politica, uno come candidato sindaco l’altro come parlamentare, quando sarà.

Alcuni dicono che io parlo male dei Magistrati. E invece ne parlo bene quando se ne deve parlare bene. Ne parlo male quando se ne deve parlare male. Il Procuratore Aggiunto Pietro Argentino è un Magistrato molto valoroso, noto alle cronache per aver risolto brillantemente molti casi di cui si è occupato tra i quali quello di Sara Scazzi la ragazzina uccisa per gelosia dalla cugina Sabrina Misseri, nell’ambito di un delitto coisiddetto familiare. Il delitto familiare è sempre molto difficile da dipanare per assenza di testimoni diretti (vedi per esempio i casi di Chiara Poggi e di Yara Gammbirasio dove gli inquirenti in alktre Procure da anni brancolano nel buio o prendono granchi). Ma evidentemente nella Magistratura italiana il merito ed il valore non contano più. Non ti assicura nopiù nemmeno un minimo di rispetto e di considerazione. Ciò che conta è soltanto l’appartenenza politica, in vista di future promozioni, incarichi apicali, passaggi in politica e vari.

sebastioSingolare è poi la tempistica della incriminazione per falsa testimonianza subita dal dott. Pietro Argentino, il quale dopo essere stato per anni in predicato di diventare Procuratore Capo proprio della Procura della Repubblica di Potenza, da pochi giorni assegnata ad altro Magistrato, sicuramente ora sarebbe un temibile concorrente per il Magistrato a cui la Procura di Taranto è stata già predestinata, un o di destra, posto che il dott. Franco Sebastio attuale Procuratore Capo della Repubblica di Taranto fra poco meno di un anno, dovrà lasciare l’incarico per raggiunti limiti di età.

Anche sulla Procura di Potenza quindi aleggia il dubbio che, per lo meno per il periodo in cui non è stata diretta dal dott. Giovanni Colangelo, Magistrato eccellentissimo, ora Procuratore Capo della Repubblica di Napoli, sia e sia stata politicamente orientata. Su questo ci potrei scrivere pure un libro. La Sinistra politica democristiana pugliese quindi, supportata da altri organismi giudiziari, tende ormai a espellere da tutto il terriotrio della Puglia sia gli esponenti politici che i Magistrati, eventualmente anche di Sinistra, che non sono congeniali al suo progetto politico o che comunque ne possano impedire la piena attuazione.

floridoE’ ormai fatto acclarato che per conseguire l’obiettivo ormai certa Magistratura non incrimina più e non condanna più il soggetto mirato in base alla sussitenza di una responsabilità penale bensì lo incrimina e eventualmente lo condanna in base alla convenienza politica del momento. Lo strumento maggiormente adoperato per spingere il pollice verso è la cosiddetta concussione presunta. Cioè io giudice presumo dalle intercettazioni, dalle mie deduzioni dalle mie elucubrazioni mentali che tu imputato abbia concusso qulacuno e quindi ti imputo di concussione. Il Tribunale sulle stesse basi ti condanna anche se la parte asseritamente concussa nega che vi sia stata mai una concusione. E così per tornare ai casi concreti della Puglia l’impreditore Di Battista nel processo Di Giorgio sarebbe stato concusso – secondo i giudici di Potenza – dal Magistrato Mateo Di Giorgio, il Di Battista nega di essere mai stato concusso ma Di Giorgio viene ugualemnte condannato, il prof. Giorgio Assennato nel processo Ilva di Taranto sarebbe stato concusso dal governatore della Puglia Niky Vendola, il prof. Giorgio Assennato nega di essere mai stato concusso, Niky Vendola viene ugualemnte rinviato a giudizio, il funzionare della provincia di Taranto dott. Luigi Romandini sarebbe stato concusso dall’ex presidnete della provincia di Taranto dott. Gianni Florido (arrestato per questo motivo), il dott. Luigi Romandini nega di essere mai stato concusso, Gianni Florido viene ugualemnte rinviato a giudizio per concussione. Cioè la concussione viene utilizzata come strumento per l’eliminazione dell’uomo politico o del Magistrato scomodo da maciullare. Quando poi qualcuno depone come tetimone in senso contrario al teorema e quindi potrebbe minare – come si dice in gergo – l’impianto accusatorio, allora scatta un secondo strumento distruttivo, la falsa testimonianza anch’essa trasformata in mezzo politico-giudiziario per conseguire l’obiettivo politico di eliminazione del’avversario politico. E’ quindi con questo strumento,ossia con la falsa testimonianza che è stato colpito a affondato come fosse una pedina del gioco della battaglia navale, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Taranto, Pietro Argentino, incauto teste a discarico del dott. Matteo Di Giorgio.

Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso Ma come! Non lo sapevano il dott. Pietro Argentino e gli altri 24 testimoni che il destinatario della loro testimonianza Matteo Di Giorgio era stato investito da una specie di fatwa da parte del Tribunale di Potenza e da parte della Sinistra politica democristiana? Cristo – cari amici – si è fermato a Eboli e questo lo sapevamo. Ma siamo sicuri che Komeini non stia salendo dalla Sicilia?

Michele Imperio 1. continua

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