19 Aprile 2024, venerdì
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Boschi: non più di 148 senatori non stipendiati e non eletti

“Superamento del bicameralismo perfetto, niente piu’ voto di fiducia del Senato, che non votera’ neanche il bilancio dello Stato. I membri non eletti e senza indennita’”. Cosi’ il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi riassume in un’intervista alla ‘Stampa’ quelli che saranno i cardini del nuovo testo di riforma del Senato che oggi presentera’ in consiglio dei ministri. Il Senato, continua il ministro, “sara’ composto dai presidenti delle regioni, dai sindaci dei capoluoghi di regione e delle province autonome, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione; piu’ 21 senatori su nomina del presidente della Repubblica per sette anni. I senatori a vita esistenti restano in carica. E faranno parte del Senato, un’altra variazione rispetto al testo precedente. Quindi in tutto 148 persone”.

Quindi lancia un monito al presidente del Senato Grasso: “i progetti si condividono e non si smontano”. Osserva il ministro: “Grasso dice che vuole aiutare Renzi? Beh, i numeri in Senato si trovano meglio magari condividendo un progetto e non smontandolo. Anche alcuni parlamentari del Pd ora vogliono il Senato elettivo? Solo che sono gli stessi che hanno chiesto e ottenuto che l’Italicum valesse solo per la Camera. Delle due l’una…”. Il ‘nuovo’ Senato, spiega ancora Boschi, avra’ “pari poteri alla Camera per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale. E anche sull’elezione del Capo dello Stato, dei membri del Csm e della Consulta. Quindi rimangono le funzioni di garanzia”.

Inoltre, il procedimento legislativo “viene velocizzato, maggiore rapidita’ e semplicita’ nelle decisioni.
La Camera approva una legge, il Senato puo’ pronunciarsi entro 30 giorni proponendo delle modifiche. La Camera a quel punto ha 20 giorni per pronunciarsi in via definitiva, accogliendo le modifiche del Senato o confermando il testo iniziale. Ma la parola finale spetta alla Camera e ci sono dei tempi certi per le leggi”. E alla domanda se non ci sia un pericolo per la democrazia dalla somma di Italicum e monocameralismo, il ministro risponde: “Invece c’e’ la grande opportunita’ che chi vince possa governare avendo gli strumenti per farlo. Noi siamo disponibili a fare modifiche, ma non si puo’ tornare indietro sui punti cardine. Basta che Grasso o chi ha dubbi faccia una passeggiata tra la gente per rendersi conto”.

Conclude Boschi: “Sfido chiunque a dire che non c’e’ consenso su questa riforma.
Ci vuole coraggio: se la classe politica si arrocca nella conservazione, con quale faccia andiamo a chiedere di fare la spending review in altri settori? Oggi si son svegliati tutti, perche’ pensavano che scherzassimo”.

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