20 Aprile 2024, sabato
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La spending review passa anche attraverso una riorganizzazione dell’orario scolastico

L’assessore all’Istruzione della Provincia di Milano, Marina Lazzati, inviando una comunicazione scritta al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione e al responsabile della spending review, ha proposto all’attuale Governo di “rendere obbligatoria l’articolazione oraria settimanale su cinque giorni (dal lunedì al venerdì) per tutte le scuole di ogni ordine e grado, al fine di ottenere significativi risparmi energetici, sui trasporti e sulla pulizia, e per ottimizzare la qualità dell’insegnamento e l’utilizzo delle risorse”.
Posto che «i tagli di bilancio imposti alle Amministrazioni pubbliche stanno mettendo in seria difficoltà l’erogazione dei servizi essenziali per il buon funzionamento delle Istituzioni Scolastiche” – circostanza che incide pesantemente sul “problema del riscaldamento e delle spese di trasporto, per cui sono previste per il prossimo anno scolastico ulteriori diminuzioni di spesa», la proposta – già avanzata dallo stesso Assessorato congiuntamente a Regione Lombardia e alla Direzione Regionale Scolastica della Lombardia – nasce dalla considerazione che la scansione oraria in cinque giorni comporterebbe un significativo risparmio proprio su queste voci di spesa, rendendo, allo stesso modo “le nostre scuole autentici laboratori di apprendimento con pieno sfruttamento del tempo scuola”.
Sempre a detta dell’assessore “il lavoro su 5 giorni settimanali consentirebbe uno sfruttamento ottimale delle risorse anche per quanto riguarda il personale non docente che verrebbe impiegato per almeno 7 ore al giorno consentendo un’adeguata pulizia dei locali scolastici e facendo venir meno l’annosa questione dell’affidamento alle imprese di pulizia”.
La proposta – in linea con le tendenze europee – permetterebbe di ottimizzare l’utilizzo delle risorse a disposizione operando solo su una «diversa articolazione dell’orario» scolastico, senza determinare alcuna riduzione dello stesso.
Poiché a livello nazionale non esiste alcuna direttiva sulla distribuzione del “tempo scuola”, la scelta se optare o meno per la settimana corta è oggi rimessa all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche; solo se la scelta fosse “fatta dall’alto per tutto il Paese” sarebbe, tuttavia, possibile quantificare i risparmi su larga scala, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei trasporti scolastici e del riscaldamento.
In questa sede ci limitiamo ad osservare che un giudizio sulla validità o meno della proposta non si può esaurire nella stima dei vantaggi che possa offrire in termini di riduzione di spesa o ottimizzazione delle risorse economiche, essendo altresì necessario valutare come il modello proposto possa combinarsi con una migliore gestione e fruizione della didattica, oltreché conciliarsi con l’organizzazione lavorativa e familiare della nostra multiforme realtà sociale.

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