24 Aprile 2024, mercoledì
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Il turno dell’Europa per la sicurezza nucleare

Nel quadro dei risultati complessivamente deludenti del disarmo nucleare, vi è un settore, quello della sicurezza nucleare, in cui vi è un interesse da tutti condiviso a fare dei passi in avanti. La sicurezza nucleare è questione diversa dalla”safety”, cioè dalla sicurezza fisica delle centrali nucleari volta ad evitare incidenti (in inglese “accidents”) come quelli di Černobil o Fukushima.

Nel caso della sicurezza si tratta di prevenire “incidents” ossia atti di violenza, furti, traffici clandestini provocati dall’uomo, in primis da parte di gruppi terroristici. Dopo la strage delle torri gemelle, il terrore che tali gruppi si potessero impossessare di armi di distruzione di massa èsalito alle stelle. Se episodi di vero e proprio terrorismo nucleare non si sono sinora verificati, lo si deve in buona parte alla rigorosa, spesso poco conosciuta e riconosciuta, azione preventiva della comunità internazionale.

Riduzione armamenti nucleari e non proliferazione
Gli strumenti a disposizione sarebbero essenzialmente tre. Anzitutto la riduzione del numero degli armamenti nucleari. Meno armi vi sono e meno rischio vi è di incidenti o furti. Dalla fine della guerra fredda, il numero di testate atomiche si è ridotto di due terzi, ma i paesi possessori dell’arma atomica rimangono restii a privarsi di tale strumento bellico.

Vi è poi la non proliferazione che mira a non far crescere il numero di paesi in possesso dell’arma nucleare. In questo caso sono i paesi non possessori a fare resistenza. Ad esempio non desiderano rinunciare all’arricchimento dell’uranio (vedi il caso dell’Iran) che serve per scopi energetici, ma anche a fini bellici.

Obama a Praga
Meno controverso è il ricorso a misure volte a rafforzare la sicurezza nucleare. L’inserimento della sicurezza nucleare ai primi posti dell’ambizioso programma di controllo degli armamenti enunciato dal presidente Barack Obama al Castello dei Praga nel 2009 fu una buona idea.

L’idea statunitense fu quella di portare all’attenzione dei i massimi dirigenti mondiali una materia sinora appannaggio di ermetici “iniziati”. Si trattava anzitutto di applicare nei fatti e non solo a parole le norme esistenti sulla soppressione del terrorismo nucleare e di contrastare fenomeni quali i traffici clandestini e l’impiego ingiustificato di materiale pericoloso, di favorire una cultura della sicurezza nucleare ed il recupero, messa in sicurezza e conversione del materiale fissile disseminato nel mondo.

Un primo vertice si tenne a Washington nel 2010. I leader di 43 paesi approvarono un “Piano di lavoro” divenuto il principale termine di riferimento cui si ispira questa iniziativa. Nel secondo incontro a Seoul nel 2102 si pose l’accento sulla necessità di minimizzare anzitutto l’uso dell’uranio altamente arricchito.

Iran e Corea del Nord assenti all’Aja
È ora venuto il turno dell’Europa. Il prossimo vertice si terrà all’Aja il 24 e 25 marzo. ll numero dei partecipanti crescerà: dai 43 di Washington si arriverà a 58. La composizione rimarrà eterogenea: potenze nucleari riconosciute dal Trattato di non proliferazione (Tnp) siederanno a fianco di stati cui il Tnp non riconosce lo status nucleare (India ,Pakistan, Israele). Paesi schierati in alleanze nucleari si affiancheranno a membri del movimento dei non allineati.

Mancherà all’appello, pur avendo capacità nucleari belliche, la Corea del Nord. Nonostante l’avvio delle trattative nucleari con l’Iran, Teheran non è stata invitata neppure questa volta. La presidenza olandese, paese che ospita il principale impianto di arricchimento dell’uranio in Europa, intende focalizzare l’attenzione sul problema del plutonio.

Debutto di Renzi al vertice sul nucleare 
Pur avendo voltato le spalle al nucleare civile, l’Italia ha sempre partecipato a questi incontri. Le sue capacità scientifico-tecnologiche e il fatto che sia paese di schieramento Nato, la rendono un interlocutore significativo. Si tratterà del primo vertice nucleare cui parteciperà il nostro nuovo Presidente del Consiglio. Sarà affiancato dalla titolare della Farnesina, Federica Mogherini, che sui temi nucleari ha padronanza ed esperienza a livello internazionale e i cui collaboratori lavorano da tempo alla preparazione del vertice.

È inevitabile che in incontri di questo genere si parli anche dei maggiori temi scottanti. A Seoul si parlò molto di Corea del Nord, all’Aja non si potrà non parlare di Ucraina la quale è tra i membri del club. Un incontro G7 sull’Ucraina si terrà ai margini del vertice.

Il prossimo appuntamento sulla sicurezza nucleare è previsto a Washington nel 2016. Con ogni probabilità, quest’ultimo chiuderà il cerchio di questi vertici che hanno il merito di aver portato periodicamente all’attenzione delle massime istanze e dell’opinione pubblica problemi di grande portata e di aver trovato alcune soluzioni.

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