23 Aprile 2024, martedì
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Crimea, Londra potrebbe fare le spese delle sanzioni contro Mosca

Potrebbe esserci presto una nuova vittima (indiretta) delle sanzioni decise da Ue e Stati Uniti contro la Russia in seguito all’annessione della Crimea. Dopo che ieri gli Usa hanno deciso di congelare i beni di undici alti responsabili russi e ucraini, la City di Londra, da sempre punto di riferimento degli oligarchi russi, che da tempo vi hanno trasferito armi e bagagli, teme di fare le spese delle sanzioni europee contro Mosca. Già dalla scorsa settimana, infatti, numerose compagnie che fanno capo a oligarchi russi hanno cominciato a ritirare in maniera massiccia i capitali dalle banche della prima piazza finanziaria europea:  la spinta è stata il timore di sanzioni e, soprattutto, di un congelamento mirato dei beni. Secondo alcuni gestori londinesi, interpellati da Le Monde, i miliardari venuti dal freddo, vittime tra l’altro del crollo del rublo, starebbero investendo in beni rifugio, obbligazioni e oro. Ma gli occhi sono puntati soprattutto sul trio Alisher Usmanov, Len Blavatnik e Roman Abramovich, rispettivamente prima, seconda e quinta fortuna britannica, secondo la classifica 2013 del Sunday Times. Usmanov ha da tempo ordito una rete di holding con sede a Cipro, paradiso offshore particolarmente apprezzato dai russi. Gli altri due hanno, per il momento, secondo fonti informate, deciso di stare a guardare. Gli uomini d’affari russi temono soprattutto l’aumento del costo del capitale e delle garanzie richieste per rifinanziare il debito delle loro compagnie. Dal canto suo la City, prima destinazione all’estero delle compagnie russe quotate, teme un crollo delle Ipo realizzate da imprenditori russi e il calo delle esportazioni in Russia dei servizi finanziari made in Uk.

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