Da quando Angelino Alfano è entrato nel cono d’ombra di Silvio Berlusconi, o almeno così vogliono farci credere, Il Giornale non perde occasione per bastonarlo. In questo caso è Luca Fazzo a sottolineare la gaffe del Ministro dell’Interno, che la mattina di domenica 9 marzo ai microfoni di Sky aveva annunciato una caccia serrata e una punizione implacabile all’omicida delle tre sorelline di Lecco.
Peccato che nel frattempo era già chiaro che l’assassino da cacciare senza tregua e implacabilmente punire era la madre delle tre piccole vittime, Edlira Dobrushi. Solo nel pomeriggio, ore 17, Alfano ha mutato registro, twittando: “Arrestata dai carabinieri la madre delle tre sorelline uccise a Lecco. Gesto di follia scatenato da separazione dal padre. Enorme tristezza“. Scrive Fazzo sul Giornale:
In mattina, in diretta televisiva, il responsabile del Viminale era stato di tutt’altro avviso: «Mi sento di dire da cittadino di questo Paese e ministro dell’Interno che noi non daremo scampo a chi ha compiuto questo gesto efferato ed ignobile, inseguiremo l’assassino fino a quando non lo avremo preso e quando lo avremo preso lo faremo stare in carcere fino alla fine dei suoi giorni perché la morte di questi tre bambini non può restare impunita», aveva affermato, annunciando che «subito dopo la fine di questa trasmissione» avrebbe convocato immediatamente i vertici della polizia. La giornalista aveva cercato di frenarlo, ricordando che spesso questi delitti «sono drammi familiari», ma Alfano aveva continuato sullo stesso tono, «l’Italia non può limitarsi a piangere ma deve urgentemente dare la caccia e trovare chi è stato. Noi ci riusciremo».
La gaffe scoperchia un’inefficienza del sistema di comunicazione fra ministro dell’Interno, Viminale e forze dell’ordine:
Al momento in cui andava in onda Alfano, la ricostruzione del delitto cominciava già ad avere forme precise: già il primo flash, quello dell’agenzia di stampa Lapresse delle 9,36, era titolato «Lecco, madre uccide i suoi tre figli». Le notizie successive erano più caute, ma alle 10,40 un altro flash della Adnkronos scriveva esplicitamente «l’ipotesi che sembra prevalere tra i carabinieri è che si possa trattare di una tragedia familiare a cui ha fatto seguito un tentativo di suicidio». Insomma, praticamente fin dall’inizio il contesto era abbastanza chiaro.
Resta da capire cosa non abbia funzionato. La prassi è che tutti i casi d’omicidio vengano segnalati immediatamente alla «sala situazioni» del dipartimento di Polizia: direttamente dalle questure, quando a indagare è la polizia, o tramite la sala operativa del comando generale quando il caso è in mano ai carabinieri. Le prime segnalazioni avvengono in modo telegrafico e si limitano alla cronaca secca, ma successivamente vengono forniti aggiornamenti in tempo reale in modo da consentire al ministro di prendere decisioni che a volte devono essere urgenti.