28 Marzo 2024, giovedì
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CONDANNE CORTE DEI CONTI, PAGHINO I POLITICI

Brescia e D’Ambrosio (M5S): il Ministro Orlando ci dia una risposta

ROMA – Le condanne della Corte dei Conti rimangono spesso sulla carta: centinaia di milioni di sanzioni inflitte a chi ha provocato un danno allo Stato non diventano mai effettive. Chi paga? Se lo chiedono i deputati del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Brescia, vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, e Giuseppe D’Ambrosio, presidente della Giunta delle elezioni di Montecitorio. “La quota più consistente pare allocata nei capitoli gestiti dai dipartimenti del ministero dell’Economia oltre a quelli, pure cospicui, del Ministero della Difesa, della Giustizia e dell’Interno. In passato andava peggio: negli anni ‘90 lo Stato incassava circa l’uno per cento del denaro cui aveva diritto”.

La Procura della Corte dei Conti ha tracciato un bilancio dell’attività tra il 2005 e il 2010: si è arrivati a recuperare il 19,8 per cento delle somme stabilite dai giudici. Meno di un quinto del totale. “Ma la colpa non è della Corte” – ha aggiunto il deputato Brescia – “basta ripercorrere l’iter necessario per eseguire le sentenze per capire le radici del problema: c’è la sentenza di primo grado, poi il secondo, quindi la parola passa alle amministrazioni danneggiate che devono farsi restituire il denaro. Trascorrono anni”.

Lo Stato, in questo frangente, purtroppo, non è un creditore molto aggressivo. Gli eventuali sequestri rischiano di arrivare tardivamente quando i beni risultano “svaniti” e al massimo si può pignorare un quinto dello stipendio. “Prendiamo il caso di un dipendente pubblico licenziato per il danno arrecato – ha continuato D’Ambrosio – anche in caso di truffa allo Stato, egli ha diritto al trattamento di fine rapporto su cui non è possibile rivalersi”.

Stesso discorso per i politici che amministrano in modo disastroso, costringendo chi viene dopo a predisporre decreti “salva tutto e tutti”, a spese dei cittadini. Insomma i condannati cercano di non pagare e spesso ci riescono. “La nostra proposta – aggiunge D’Ambrosio – accolta dal Governo nella seduta del 20 dicembre 2013, con un timido ordine del giorno, prevede che l’esecuzione invece di essere affidata alle amministrazioni danneggiate, talvolta amministrate da persone politicamente collegate ai condannati, potrebbe essere affidata alle Procure della Corte dei Conti che hanno promosso il giudizio contabile”.  Per i deputati pentastellati: “il recupero del giusto risarcimento sarebbe più certo e offrirebbe minori occasioni di “disastri”, visto che i politici si troverebbero a pagare i danni con i propri beni.”

“Dal 20 dicembre scorso dunque siamo in attesa di una iniziativa, in tal senso, del Ministro della Giustizia – ha concluso Giuseppe Brescia prossimo capogruppo M5S – stiamo ancora attendendo”.

Ufficio Stampa

on. Alberto De Giglio

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