29 Marzo 2024, venerdì
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Omicidio di Nicoletta Figini, Apple non svela la password dell’iPhone

Omicidio di Nicoletta Figini, nell’iPhone della donna ci sarebbe la chiave per risolvere il delitto. Ma Apple non svela la password per accedervi.
La donna, 55 anni, fu uccisa nella sua casa di Milano, zona Città Studi, la notte tra il 18 e il 19 luglio del 2013. Venne legata con i cavi del computer e delle lenzuola, e fu trovata morta asfissiata dal nastro adesivo che le era stato messo sulla bocca.

L’appartamento era sotto sopra. Apparentemente una rapina. Ma nulla mancava, ricorda Giuseppe Guastella sul Corriere della Sera: non l’argenteria, non i tre telefoni cellulari né alcunché dalla cassaforte. Tra i profumi della donna, con problemi di droga dopo la morte del marito, nel 2011, la polizia ha trovato della cocaina, e negli armadi dei sex toys che fanno intuire una passione per il sadomaso. Ma oltre a questo nulla di particolare.
L’unico a finire in carcere per quell’omicidio è stato Gian Paolo Maisetti, socio al 50% della vittima in un negozio di telefonia.
Nicoletta Figini, hanno raccontato dei testimoni, aveva scoperto che l’uomo, di 47 anni, si era infatuato di una ragazzina di 13 anni, con cui avrebbe avuto dei rapporti sessuali.
Gli inquirenti sono riusciti ad accedere a due cellulari della donna, ma non all’iPhone 5, coperto da password. Hanno chiesto ad Apple come accedervi. L’azienda di Cupertino si dice disposta ad aiutare la giustizia italiana solo se lo smartphone verrà portato in California e con un ordine del giudice.
Ma sottili differenze tra la Costituzione americana e i codici italiani fino ad oggi hanno bloccato tutto.

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