19 Aprile 2024, venerdì
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Il boom dei grandi dipinti in tour

Il museo di Reggio Calabria è stato chiuso per 4 anni e la sua principale attrazione, i bronzi di Riace, per tutto questo tempo sono stati tenuti in “cantina”. In Olanda, il Mauritshuis Museum dell’Aia è rimasto chiuso per due anni, anch’esso per essere sottoposto a restauro, e il suo pezzo più pregiato, la Ragazza con l’orecchino di perla, di Jan Vermeer, è stato mandato in giro per il mondo, dietro congruo compenso, tanto che il ricavato ha coperto buona parte dei costi della ristrutturazione, oltre al ritorno d’immagine per la pittura olandese e per il sistema-Paese.

I bronzi in “cantina” e la ragazza a cogliere allori negli States, in Giappone, in Europa. Non vale l’obiezione che i bronzi di Riace sono più delicati da maneggiare dell’opera di Vermeer, le moderne tecnologie consentono trasporti senza il minimo rischio. Si tratta semplicemente di essere consapevoli che la cultura si può in parte autosostenere in termini economici e nello stesso tempo può costituire un volano per promozionare l’immagine di un paese, con tutto il business che ne consegue. D’altra parte un imprenditore che di affari se ne intende, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha proposto, senza avere risposta da ministri, Enit, associazioni varie, di assemblare mostre, ovviamente valide dal punto di vista artistico, raccogliendo i quadri stipati nei depositi delle pinacoteche ed esponendoli (a pagamento) in giro per il mondo, un modo per raccogliere fondi da reinvestire nel sistema museale italiano.

La Ragazza di Vermeer, col suo orecchino di perla, fa tappa anche in Italia, a Bologna, fino al 25 maggio, sponsor Intesa-Sanpaolo e caffè Segafredo. La copertura dei costi è in parte assicurata anche dalla vendita (prevista) di 220 mila biglietti (a 13 euro), più la vendita del catalogo e dei gadget (oltre all’incasso di bar e ristorante all’interno dell’edificio).

A portare in Italia la mostra è Marco Goldin, profeta di eventi artistici di successo, con forte spinta promozionale e rincorsa ai grandi numeri (e ai grandi introiti). I critici paludati e taluni sovrintendenti impolverati lo accusano di mercificare l’arte. Certo, Matisse e Cezanne o la Ragazza con l’orecchino di perla hanno un impatto mediatico di vasta portata ma nel variegato mondo delle mostre c’è posto sia per Picasso che per una rassegna certamente non facile come quella su Augusto, che la scorsa settimana ha comunque contato oltre 12 mila visitatori alle Scuderie del Quirinale.

Perché mettere in guerra tra loro queste mostre quando il pubblico risponde al richiamo delle une e delle altre? Non sarebbe meglio una proficua, e matura, convivenza? Goldin cerca di rifuggire dalle polemiche: «dopo tanti anni di difficoltà», dice, «l’idea che la cultura sia qualcosa da mettere su un piedistallo si sta superando, abbiamo lavorato sodo, anche in mezzo a polemiche da parte dei detrattori dell’‘arte per tutti’, ma si è ormai capito che quantità e qualità possono convivere tranquillamente e che il successo di taluni progetti permette anche successivi investimenti in altre iniziative. Il pubblico non può essere avvicinato in modo esclusivamente didattico, ma va coinvolto con l’emozione, facendolo entrare nella passione che informa un’esperienza artistica e culturale».

In ogni caso nel suo palmares può aggiungere ora questa mostra sul capolavoro di Vermeer, senza dubbio una delle più importanti del 2014 in Italia. Lui tiene a sottolineare che non si tratta di un pacchetto a scatola chiusa. «Ho ripensato questa mostra», spiega, «per la tappa italiana, ci sono più quadri, una loro più razionale esposizione e anche il catalogo è stato realizzato appositamente. E inoltre pure la location è un valore aggiunto rispetto alle altre sedi, poiché Palazzo Fava, che ospita i dipinti, è un palazzo nobiliare di Bologna ora di proprietà (e ristrutturato) dalla fondazione Cassa di risparmio, qui Vermeer trova veramente una collocazione privilegiata».

Un tempo a sostenere l’arte erano le corti, i nobili, i mecenati. Oggi ci sono gli sponsor e i contributi (sempre meno) pubblici. Quella di Goldin è una vera propria azienda (si chiama Linea d’ombra) che in Italia allestisce mostre a livello imprenditoriale. E’ stata costituita nel 1996 e si occupa di tutto quanto serve a una mostra, dalla progettazione alla realizzazione (trasporto, assicurazione, segreteria, pubblicità, promozione in collaborazione con lo studio Esseci).

In questo momento la Ragazza con l’orecchino di perla è il suo fiore all’occhiello ma a Verona si sta concludendo (il 9 febbraio) un’altra sua mostra, «Verso Monet», sponsorizzata dalla fondazione Cariverona che ha sborsato (per due mostre, l’altra, «da Raffaello a Rembrandt» si è conclusa il 6 gennaio 2013) 4 milioni di euro.

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