16 Aprile 2024, martedì
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Letta, crisi finita. Ma Pd e Ncd vogliono politiche più incisive

Enrico Letta continua a mostrarsi sereno e fiducioso sul futuro dell’Italia e sembra non avere intenzione di farsi abbattere dalle critiche sul fronte interno e dalle tensioni politiche che agitano la sua maggioranza. In trasferta negli Emirati Arabi, il presidente del Consiglio afferma che la crisi è “finita, superata, dietro alle spalle”. L’Italia, continua Letta, è riuscita a uscire dal tunnel con le sue forze, “senza chiedere un euro all’Europa”, ed è ad un “punto di svolta”, pronta a crescere e portare a casa “gli investimenti esteri”. Il premier sottolinea i grandi passi avanti compiuti dall’Italia anche grazie a un piano di privatizzazioni “già operativo” e “le reazioni che ho visto direttamente porteranno risultati molto utili”, in termini di apporto di capitali dall’estero. Per Letta, inoltre, il piano di dismissioni è ambizioso e porterà non solo alla riduzione del debito ma anche all’attrazione di risorse dall’estero. Il presidente del consiglio torna poi a ribadire che nel 2014 l’Italia registrerà una crescita dell’1% e del 2% nel 2015.

Le critiche di Confindustria

Ma l’ottimismo di Letta si scontra con le critiche degli industriali e le sollecitazione dei partiti di maggioranza. Ieri il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha avvertito che se non si cambia passo sulla politica industriale “andremo irrimediabilmente verso la desertificazione industriale”.Per Squinzi, poi, “risulta dalle proiezioni del nostro Centro studi, che ha azzeccato le previsioni negli ultimi anni, che il pil, dopo il calo del 2,4% nel 2012, e dell’1,8% l’anno scorso, salirà appena dello 0,6-0,7% per quest’anno. Sono numeri che non ci permettono di guardare con ottimismo verso il futuro”. Preoccupazioni, quelle espresse dal presidente degli industriali, giunte dopo che il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha invitato l’esecutivo ad accelerare le messa a punto di una politica economica più incisiva e rafforzate oggi dall’intervento di Fabrizio Cicchitto, esponente di punta del Nuovo centrodestra.

Il pensiero di Renzi: Letta dovrebbe occuparsi del governo, ma non si muove nulla

“Io mi sto impegnando sul fronte delle riforme, senza contare il fatto che sto conducendo il partito dentro il Pse e che sto lavorando a un progetto ampio e complesso come il Jobs act”, ha scritto Renzi. “Letta dovrebbe occuparsi del governo. E con questo non intendo parlare del rimpasto ma dell’azione del governo. Però non vedo muoversi niente…». Una frase accompagnata da rassicurazioni e sollecitazioni rivolte al premier: “Ho detto a Enrico che non voglio fargli le scarpe, mi sono candidato a sindaco e ho avviato un processo di riforme anche costituzionali che prevede almeno un anno prima di andare in porto e che quindi scavalca la finestra elettorale di quest’anno. Insomma, ho fatto di tutto per tranquillizzarlo, ora però è necessario che il governo agisca con maggior coraggio, esattamente come ha fatto il nostro partito. In fondo anche io, con la storia delle riforme, ho corso il rischio di bruciarmi. E lui”?

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Cicchitto: dal governo la gente attende iniziativa sul piano economico.

“Letta che dopo i positivi risultati raggiunti ad Abu Dabi per quanto concerne l’Alitalia deve mettere a punto un rilancio del governo avendo la consapevolezza che le riforme istituzionali e la legge elettorale sono importanti ma che la gente attende una iniziativa sul terreno economico e sociale”, ha dichiarato Cicchitto. “In questo quadro il ministro del Tesoro da ora in avanti deve aver chiaro che egli è il garante di una politica della crescita definita in Italia rispetto all’Europa e non di una politica dell’austerità imposta dall’Europa all’Italia”.

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