25 Aprile 2024, giovedì
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Milleproroghe, slitta al 30 giugno il Pos per professionisti e imprese

L’obbligo del pagamento con il bancomat per professionisti e imprese slitta al 30 giugno 2014 e non al 30 giugno 2015 come previsto in un primo momento da un emendamento al Dl milleproroghe approvato ieri in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. La modifica, chiesta dal Governo, è stata approvata dall’Aula del Senato..

Milleproroghe, rinviato il Pos per professionisti e imprese

Slitta a giugno 2015, ma il governo potrebbe anticipare il tutto riportandolo al 30 giugno di quest’anno, il rinvio dell’obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamenti con moneta elettronica, come bancomat e carte di credito, per transazioni superiori ai 30 euro. A stabilirlo due emendamenti al decreto Milleproroghe approvati ieri in commissione Affari costituzionali del Senato.

Rispetto alla data di giugno 2015, però, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Sabrina De Camillis, si mostra più ottimista: «Il Governo ha dato parere favorevole per una proroga al 30 giugno. Se il testo riporta una data diversa – taglia corto – sarà corretto in Aula». Servirà dunque la versione definitiva per capire come stanno veramente le cose.

Una confusione che parte da lontano
Un pasticcio quello di ieri che parte da lontano. Infatti, già nei mesi scorsi erano circolate più versioni del ‘decreto Pos’. Oltre a quella poi pubblicata in “Gazzetta”, su cui Bankitalia aveva fornito un parere lo scorso dicembre, gli ordini avevano in mano una bozza diversa che recepiva le istanze presentate dalle categorie al ministero dello Sviluppo economico.

La norma
L’articolo 15, comma 4 del Dl 179/2012, prevedeva l’obbligo della moneta elettronica sin dal 1° gennaio 2014, ma a quella data ancora mancava il decreto attuativo. Con il decreto 24 gennaio 2014, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 21 del 27 gennaio 2014, si sono finalmente avute le regole di funzionamento e l’indicazione dell’entrata in vigore, il 28 marzo prossimo. Da quella data c’erano poi altri 90 giorni di tempo per adottare, con un altro decreto, quindi entro il 26 giugno 2014, nuove soglie e nuovi limiti minimi di fatturato, con la possibilità anche di inserire altri strumenti di pagamento elettronico anche mobile. Da ieri però il calendario è tutto da rivedere.

Professionisti all’attacco
Gli architetti avevano già impugnato carta e penna per fare ricorso al Tar contro l’obbligo di essere pagati con il bancomat, che sarebbe dovuto scattare da fine marzo. Idem gli ingegneri, in rivolta anche loro mentre i commercianti parlavano di “provvedimento iniquo, utile solo per far guadagnare le banche”. possono tirare un sospiro di sollievo.

“Assolutamente soddisfatta” la presidente del Coordinamento unitario delle professioni (Cup), Marina Calderone, anche presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. “Auspichiamo che il rinvio possa favorire una riflessione e rivisitazione dei principi contenuti nel decreto, prevedendo l’applicazione degli adempimenti solo per chi lavora con i consumatori finali. Negli altri casi si tratta solo di un costo in più per il professionista”.

Incassa il rinvio il presidente dei chimici Armando Zingales che tuttavia ribadisce: “Il problema non è il quando ma il come. Le linee guida del decreto restano inadeguate. Sono quelle a dover essere riviste”. Ma lo slittamento della tracciabilità non fa un favore a che evade il fisco? “No affatto – risponde Calderone – perché restano in vigore gli altri provvedimenti della normativa anti riciclaggio, compreso il limite all’uso di denaro contante”.

Confesercenti soddisfatta
La notizia dello slittamento è stata accolta con soddisfazione dalla Confesercenti. “Si tratta infatti di una disposizione normativa iniqua, che scarica il peso dell’intervento interamente sulle spalle delle imprese senza considerare né le difficoltà che queste vivono né gli alti costi di utilizzo che bancomat e carte di credito hanno nel nostro Paese. L’auspicio è che ora si possa tornare a lavorare sul provvedimento, affrontando il nodo dei costi di utilizzo della moneta elettronica, che vanno distribuiti equamente tra i soggetti interessati tenendo conto della specificità delle imprese”, sottolinea l’associazione dei commercianti.

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