28 Marzo 2024, giovedì
HomeItaliaEconomiaIl bicchiere mezzo vuoto della difesa

Il bicchiere mezzo vuoto della difesa

Tante dichiarazioni di principio, poche decisioni concrete, alcuni interessanti mandati affidati all’Alto rappresentante, alla Commissione e all’Agenzia europea di difesa (European Defence Agency – Eda). Il bicchiere del recente Consiglio europeo dedicato alle questioni di difesa può essere considerato mezzo vuoto o mezzo pieno.

Le aspettative nate alla vigilia dell’incontro del 19 e 20 dicembre sono rimaste in buona parte deluse, ma non del tutto. Le conclusioni del Consiglio Europeo iniziano affermando che “la difesa conta”, sia per la sicurezza dei cittadini europei che per la pace e stabilità del vicinato dell’Unione. Tra (molte) dichiarazioni di rito e (pochi) impegni concreti, ci si concentra su tre macro-temi: Common security and defence policy (Csdp), capacità militari, e industria della difesa.

Politica di sicurezza e difesa comune
Il primo macro-tema riguarda l’efficacia e l’impatto della Csdp, ovvero gli obiettivi e il dove, come, quando, usare gli strumenti militari e civili di cui l’Ue e gli stati membri dispongono per la politica di sicurezza e difesa. Riprendendo il rapporto dell’attuale Alto Rappresentante Catherine Ashton, il Consiglio non dice quasi nulla di nuovo. Vi è solo un generico impegno da un lato ad aiutare attraverso la Csdp stati terzi a migliorare la loro capacità di controllo dei confini, e dall’altro a fare sistema con le attività Ue in questioni di cooperazione giudiziaria e di polizia per affrontare le questioni dell’immigrazione, della criminalità internazionale e del terrorismo. Un impegno che in ottica italiana ovviamente è più che benvenuto.

Il Consiglio incarica poi l’Alto rappresentante a proporre nel 2014 un EU Cyber Defence Policy Framework e una Maritime Security Strategy. Il Consiglio invita anche l’Alto rappresentante, in cooperazione con la Commissione e consultando gli stati membri, “a valutare l’impatto dei cambiamenti a livello globale e a fare rapporto al Consiglio nel corso del 2015 sulle sfide e opportunità che ne derivano per l’Ue”.

Questa vaga formula può essere interpretata come il risultato dell’azione di quei paesi che da tempo chiedono l’elaborazione di una nuova European Security Strategy, in primis Italia, Polonia, Spagna e Svezia che nel 2012 hanno avviato la riflessione sulla European Global Strategy.

Capacità militari
Quanto alle capacità militari, il Consiglio sostiene in particolare quattro filoni di attività: velivoli a pilotaggio remoto (Remotedly Piloted Aircraft System – Rpas), capacità di rifornimento aereo, nuova generazione di comunicazioni satellitari governative e una roadmap di esercitazioni e training in ambito cyber-security.

Impegni più precisi sono espressi solo rispetto al primo filone. Si punta ad avere un Rpas europeo nel 2020-2025. Per farlo si pensa a: un programma per lo sviluppo di un Medium Altitude Long Endurance Rpas; la creazione di una comunità di utilizzatori – acquirenti e quindi finanziatori – tra gli stati membri interessati; sinergie con la Commissione per la cornice legale al fine di un’integrazione iniziale degli Rpas nel sistema di aviazione europeo dal 2016; appropriati finanziamenti alle relative attività di ricerca e sviluppo già dal 2014.

Riconoscendo l’importanza della trasparenza sulle capacità militari e dello scambio di informazioni tra paesi Ue, il Consiglio invita l’Eda e l’Altro Rappresentante a presentare entro fine 2014 proposte e linee guida per facilitare una cooperazione europea più sistematica e di lungo periodo. L’Eda viene anche incaricata di preparare, sempre per fine 2014, un rapporto su come gli stati membri dovrebbero cooperare in modo più efficace ed efficiente sullo sviluppo congiunto e la condivisione di assetti militari – il cosiddetto pooling and sharing.

Industria della difesa
Il Consiglio riconosce l’importanza della European Defence Technogical Industrial Base (Edtib) e di un mercato europeo della difesa integrato e competitivo. Importanza anche in termini di innovazione tecnologica, crescita economica e posti di lavoro per l’Europa. Tuttavia non si fanno grandi progressi. Lo stesso vale per le piccole e medie imprese. Sono riconosciute dal Consiglio come un motore di innovazione ed elemento chiave per la competitività dell’industria europea della difesa, ma non vengono presi impegni concreti a loro favore.

Il Consiglio assegna dei compiti specifici alle istituzioni europee su tre fronti. Prendendo atto dell’importanza delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico, il Consiglio invita Commissione ed Eda a formulare insieme agli stati membri proposte su come stimolare la ricerca dual-use.

Sarà anche avviata un’azione preparatoria per attivare finanziamenti Ue alle attività di ricerca collegate alla Csdp. Sul versante certificazioni e standard, fondamentali sia per l’interoperabilità tra le forze armate europee che per rendere più efficiente la spesa militare e più competitivo il mercato della difesa, il Consiglio incarica Eda e Commissione di preparare un rapporto entro metà 2014.

Anche sulla sicurezza degli approvvigionamenti (Security of Supply), elemento chiave per l’industria europea soprattutto alla luce della crescente globalizzazione del mercato della difesa, il Consiglio incarica la Commissione di elaborare insieme agli stati membri e all’Eda una roadmap per arrivare a un regime europeo di Security of Supply.

Il Consiglio tornerà a occuparsi di difesa a giugno 2015, sulla base di un documento preparato a livello ministeriale a partire dai vari rapporti presentati da Commissione, Eda e Alto rappresentante. Si tratta cioè di un processo di medio periodo, che nelle sue varie tappe può avere un impatto più o meno significativo sulle capacità militari europee, sul comparto industriale e sulla politica europea di sicurezza e difesa. Molto dipenderà dalle azioni dei vari attori coinvolti.

Fermo restando che le decisioni fondamentali continueranno a dipendere dalla volontà politica dei principali governi europei, molto può essere fatto dalle istituzioni Ue e da altri soggetti pubblici e privati. Un ruolo non secondario è affidato al nuovo Alto rappresentante da scegliere nel 2014. Se avrà la personalità di un Don Abbondio, non c’è da aspettarsi un grande contributo da parte sua. Se la scelta cadrà invece su un Frà Cristoforo, potrebbe essere un’altra storia.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti