18 Aprile 2024, giovedì
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Renzi e i suoi polli

a. renzo e i capponi

La vicenda è nota: i due giovani promessi sposi per l’odioso interessamento di un signorotto di paese e per l’ignavia del povero don Abbondio vedono sconvolto il loro legittimo progetto di matrimonio. La scoperta di questo ingiusto complotto li raggiunge indifesi e li avvicina ancor di più alla madre di Lucia, Agnese, che, da buona popolana, pensa di poter risolvere la situazione consultando quella cima d’uomo che è il dottor Azzecca-garbugli. Renzo, da bravo giovine accetta di buon grado il suggerimento della futura suocera e riceve da lei i famosi quattro capponi perché non bisogna mai andare con le mani vuote da quei signori. Per consegnarglieli, Agnese riunì le loro otto gambe, come se facesse un mazzetto di fiori, le avvolse e le strinse con uno spago.
Con questo mazzetto di zampe di cappone sulla mano destra, tormentata anch’essa perché accompagna con i gesti il tumulto dei sentimenti del giovane, Renzo si avvia tra speranza e rabbia verso l’abitazione del dottor Azzecca-garbugli, naturalmente a piedi: Lascio pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe a capo all’in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. (…) e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate…………
Ecco a me sembra che gli altri dirigenti del P.D. stiano a Matteo Renzi come i capponi stavano a Renzo dei Promessi Sposi 1 Infatti il Renzi dei nostri giorni si eprime così: “Io sono totalmente diverso,”, da Enrico Letta e Angelino Alfano, Lui, Enrico (Letta) è stato portato al governo anni fa da D’Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente; e Angelino Alfano al governo ce l’ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze”. “Io sono totalmente diverso, però quanto al governo “bisogna tener fede a quanto detto: se Letta fa, va avanti. Altrimenti cade – sottinteso. Certo – ha continuato Renzi –  se si fanno marchette (quindi il collega Letta fa marchette) e si passa dalle larghe intese all’assalto alla diligenza (altra accusa!), non va bene”.

L’idea quindi è quella di continuare a sostenere il governo a condizione che faccia quello che Renzi vuole che si faccia. Quindi “potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta” (Ma Alfano non è uno che sostiene un gioverno a guida P.D.?). Di “rimpasto” non se ne parla.  “quella parola, intendo rimpasto, non l’ho mai pronunciata e mai la pronuncerò”. “Io fatico a tenere Delrio al governo, perché ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare: è quello il mio problema”, “non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle. Il voto subito? “Calma”, “bisogna tener fede a quando detto: se Letta fa, si va avanti (altirmenti si vota sottinteso)”.

Questo il Renzi-azione. Il Renzi-pensiero invece sembra il trionfo del luogo comune. Andando alla sostanza dei 100 punti e delle interviste che abbiamo letto, che cosa c’è dentro? Prevedibili richiami al volontariato, al generico liberismo del “meno tasse”, al rattoppare la precarietà con ammortizzatori sociali e formazione, ma soprattutto l’adesione senza dubbi ai “contenuti” della famosa lettera della Bce, vero programma-base del governo Monti: innalzamento dell’età pensionabile, licenziamenti più facili.
alle privatizzazioni massicce di aziende pubbliche, ex municipalizzate e patrimonio statale (idea 18); amnistia per i politici corrotti se escono di scena (idea n. 13) no ai condoni (idea n. 25); vendita ai privati di Rai1 e Rai2, ma al contempo modello BBC con un’amministrazione pubblica (idee nn. 16 e 17, di fatto fra loro incompatibili); contratto unico con tutele progressive per i giovani (punto 35) che coesiste al punto 37 con l’invocazione di un far west dei contratti aziendali; l’immigrazione “intelligente” (punto 95), cioè, seguendo la filosofia economicistica della vigente Bossi-Fini, si accettano solo extracomunitari utili e programmati; una spruzzatina di sensibilità pro-gay con le unioni civili (punto 89) e infine riforme di per sé sottoscrivibili come una Tobin Tax del 5 mille sulle transazioni finanziarie (punto 98) e il servizio civile obbligatorio (punto 99). Niente di più quindi che la prosecuzione dell’azione dei governi precedenti.

Genera riserve anche la scelta dei collaboratori: l’evanescente Baricco, il giuslavorista precarizzante Ichino, il fighetto ed ex dipendente berlusconiano Giorgio Gori e, ciliegina sulla torta, l’economista iper-liberista Luigi Zingales: tutti vecchi rottami ideologici che si spacciano per stupefacenti novità rivoluzionarie.
Però Renzi rappresenta l’innovazione, la gioventù, la simpatia e soprattutto una buona comunicazione. Dunque come i capponi di Renzo tutti gli altri dirigenti del P.D. devono accettare la mala sorte e far finta di farsi rottamare.
fassinaOra però  l’infelice battuta “Fassina chi?” sta cominciando a generare le prime reazioni dei capponi legati meni e piedi.“Penso che Renzi sia deciso sinceramente a rottamare un po’ della tanta zavorra presenta nel P.D. ed a tagliare privilegi e tempi di attuazione della decisioni assunte solo a parole – scrive un navogatore di Facebook –  Ma questa fiducia in lui non mi fa velo a riconoscere l’errore grave che ha commesso offendendo Fassina e la sinistra del partito. Un atto di imbecillita’ politica , di arroganza, di supponenza che pesa e peserà’ sul giudizio che si da dell’uomo Renzi. Mi auguro che trovi il coraggio e la saggezza di chiedere scusa. Una cazzata può’ essere compiuta anche da parte di chi ha grandi responsabilità’ politiche ed istituzionali, ma il minimo che possa accadere e’ riconoscerlo e farne ammenda. Seguono quattordici mi piace.

“Non credo che le tante anime del partito riusciranno a sopportare, cristianamente, le sue sortite – scrive un altro navigatore – Se ho inquadrato l’uomo, non credo che farà ammenda dell’errore grossolano, si sente sicuro di sè e questo non gli fa certo raccogliere consensi all’interno del partito e fuori”.
“Da noi si usa dire che quando la neve scioglie gli str..zi escono a galla” – scrive un altro navigatore del P.D. 
“Renzi e’ infiltrato-infetto-imbecille-inopportuno-politicamente, un buffone. Non andrà lontano.

Una cosa e’ la schiettezza e la sincerità’ altra cosa l’arroganza ed il disprezzo per gli altri.Chi si candida a guidare un grande partito ed un Paese come l’Italia,non può’ acconciarsi al ruolo di un bullo di periferia. I battutari li facciano altri:pensa a De Gasperi, Moro, Berlinguer,Ciampi,ce lì vedi a sfottere i loro interlocutori?”

Ma che cosa succederà quando ci sarà l’esito delle elezioni europee, che per il nostro, date le ondate anti-euro, non si anunnciano certamente felici?

 Secondo un sondaggio di SCENARIECONOMICI.IT alla domanda “Sarebbe favorevole alla reintroduzione di una valuta nazionale al posto dell’Euro, affiancando questo processo con il ripristino della Banca d’Italia come prestatore d’ultima istanza, al fine di calmierare i tassi d’interesse sui titoli del debito pubblico italiano?” gli elettori del CENTRODESTRA hanno risposto sì nel 68% no nel 24% e non so, non rispondo nell’ 8%, quelli del CENTROSINISTRA si nel  7%, no nell’ 89% e non so, non rispondo nel 4%

Ora mentre il centro-destra si è intelligentemente spacchettato in due schieramenti uno pro-euro Nuovo Centrodestra e Alleanza Nazionale e l’altro anti-euro Forza Italia e Fratelli d’Italia, non altrettanto ha fatto il centro-sinistra rimasto tutto attestato su posizioni pro-euro. Sicchè quel 7% di elettori del P.D. sfavorevoli all’euro alle prossime elezioni europee andranno per altri lidi. In aggiunta a quelli che credono ancora in un ideale comunista i quali, dopo l’umiliazione di Fassina, certamente torneranno a guardare alle origini dalle parti di Rifondazione Comunista e c.
Matteo Renzi è sicuramente un buon comunicatore ma anche Mussolini e Hitler erano dei buoni comunicatori. Allora ciò di cui non ci si rende conto è che non basta una buona capacità di comunicazione per fare un buon politico, occorre anche capacità di mediazione, strategia politica, programmi credibili e soprattutto una buona squadra con la quale andare d’accordo. Trattare i propri collaboratori e gli altri dirigenti del partito come Renzo del Manzoni trattava i capponi non è un buon viatico. Anzi. 

Michele Imperio

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