26 Aprile 2024, venerdì
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Sigarette elettroniche, un settore senza respiro

L’entrata in vigore del decreto ministeriale che regolamenta il settore delle sigarette elettroniche, prevista dal primo gennaio del 2014, non risolverà i molti problemi di questo nuovo mercato: in primo luogo perché per le lungaggini burocratiche non consentiranno l’immediata applicazione della tassazione al 58,5% prevista. La prima conseguenza, dunque sarà una riduzione del gettito previsto, per le casse dello Stato, di 117 milioni di euro. A fare il punto della situazione sono state le associazioni di settore Anafe-Confindustria, Fiesel-Confesercenti e L.I.F.E. – Federcontribuenti, insieme ai deputati Lavagno (Sel), Prodani (M5S), Capozzolo (Pd) e Abrignani (Fi) durante la conferenza stampa voluta dall’On. Sabrina Capezzolo (nella foto). Il problema principale è stato sottolineato dal presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini, ed è rappresentato proprio dalla tassazione al 58,5% a causa della quale molti dei 7.300 posti di lavoro, che si sono creati grazie a questo mercato, sono a rischio. “Si tratta di un problema non solo fiscale e regolatorio – gli ha fatto eco Massimiliano Federici, presidente di Fiesel-Confesercenti- ma anche sociale perché una pressione fiscale così forte mette a repentaglio la sopravvivenza di molti negozi. Oltre al 58,5%, infatti, bisogna considerare una tassazione aggiuntiva e l’Iva, per un totale dell’80%. In questo modo – ha sottolineato – con un incasso annuale di circa 400mila euro, i commercianti riescono a malapena a pareggiare i conti, andando incontro, quindi, al fallimento”. I deputati hanno quindi annunciato di voler sostenere l’emendamento del collega Prodani che prevede un altro metodo di applicazione della tassazione: 20 centesimi di euro per ogni millilitro di liquido. Secondo i calcoli, questo inciderebbe in modo poco rilevante sul costo dei prodotti sui quali, invece, con la tassazione del 58,5% i negozianti dovrebbero applicare un ricarico del 140% per potersi garantire un guadagno. A sostegno della causa hanno portato la propria testimonianza Rita Dalla Chiesa e l’attore Gaspare. “Non sono una fumatrice – ha sottolineato Dalla Chiesa – ma credo che questa sia una battaglia di buon senso. Se tante voci sostengono l’utilità e la non nocività delle sigarette elettroniche, mi chiedo a chi questi dispositivi fanno paura. Da madre e amica di fumatori, penso che siano invece una valida alternativa per aiutare i fumatori a smettere”. Da fumatore, Gaspare ha tenuto a sottolineare quanto le sigarette elettroniche siano di aiuto a chi ha il vizio, soprattutto i più accaniti: “Se il mio socio l’avesse utilizzata – ha concluso facendo riferimento a Zuzurro – forse non sarebbe morto di tumore al polmone un mese e mezzo fa”.

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