Continua con una controreplica la schermaglia tra Pippo Baudo e Beppe Grillo. Quella frase di Baudo, “lo preferisco come comico”, non è piaciuta a Grillo, che infatti sul suo blog lunedì ha scritto, tra le altre cose, che il presentatore negli anni ’80 era asservito a Bettino Craxi (“slinguò Bettino Craxi”, letteralmente). Ora Baudo controreplica con un’intervista al Corriere della Sera.
Pippo, non stia così, forza. «La cattiveria di Grillo nei confronti del prossimo è sorprendente. Chiunque non gli sia fedele, finisce in un mondo di morti, fantasmi, cadaveri che camminano…». Piace, così, a milioni di italiani. «Mah. I suoi parlamentari sono stati candidati praticamente a caso. E i risultati si vedono. Cos’hanno cambiato? Sono saliti sul tetto di Montecitorio, va bene, e poi? E comunque, guardi, a me non interessa granché la vicenda politica… Mi feriscono gli insulti personali…» (a questo punto, a Pippo la voce inizia un po’ a tremare).
Baudo torna sulla vicenda che costò a Grillo l’allontanamento dalla Rai.
Craxi si infuriò. «Letteralmente. Ma io non lo slinguai, come dice Grillo. Anzi: se Beppe fu cacciato dalla Rai, dopo poco toccò a me. Così accettai la generosissima proposta economica di Berlusconi, che mi chiamò a dirigere tutte le sue tivù e i suoi big dell’epoca: da Corrado a Bongiorno, a Costanzo… Ma durò poco. Rescissi il contratto pagando una penale pazzesca: cedetti un intero palazzetto a viale Aventino, a Roma, dove Berlusconi poi allestì la redazione del Tg5. Per rientrare in Rai dovetti aspettare un anno e mezzo, chiuso nella mia casa di Morlupo, piegato da un esaurimento nervoso. Perché io non sono mai stato socialista ma democristiano. Ragione per cui, infatti, voterò Renzi alle primarie del Pd»
La schermaglia ha avuto inizio con una dichiarazione di Baudo, ripresa dall’Ansa il 25 novembre:
“Sono andato via dalla Rai a causa di Grillo per una sua battuta pepata che riguardava i socialisti al tempo di Craxi” ricorda Baudo, durante il terzo dei cinque incontri ‘CineCocktail’ al San Marino Film Festival. “Con Mediaset – aggiunge, secondo una sintesi diffusa dagli organizzatori del festival – non è andata bene, così come con la Rai: ho dovuto pagare una penale salatissima per sciogliere il contratto”. “Beppe Grillo – continua Baudo – è tra i talenti che ho scoperto, ricordo di avergli fatto fare un provino in televisione e di averlo fatto debuttare una settimana dopo. Adesso ha intrapreso questa strada politica, ma secondo me non ha le idee del tutto chiare. Nel dicembre di due anni fa sul palco, in occasione di uno spettacolo per l’alluvione di Genova, ho preferito chiedergli di non parlare di politica. Il suo problema è che deve condividere tutto con Casaleggio, da parte mia spero ritorni semplicemente a fare il comico”.
Ma poco dopo è arrivata la replica pungente di Grillo affidata al suo blog, eccola ripresa dall’Ansa:
“Pippo Baudo è tornato – scrive sul suo blog -. Un ritornante, un presentatore quasi vivente. Ha attaccato il M5S e leccato il culo a Renzi in diretta. Ha spiegato di essere stato cacciato dalla Rai per colpa mia, quando il cacciato fui io e lui slinguò Bottino Craxi, tremante, dissociandosi. Si involò subito dopo verso un contratto principesco con Fininvest di 45 miliardi di lire”.
“Il denaro non è acqua – aggiunge l’ex comico -. La pippite è una malattia dell’animo, descritta con cura dei particolari dal Manzoni con Don Abbondio. Diffusa tra chi è contiguo al Potere e si aspetta sempre un osso lanciato sotto il tavolo”. L’intervento arriva qualche giorno dopo le dichiarazioni che Baudo aveva rilasciato al San Marino Film Festival. “Sono andato via dalla Rai a causa di Grillo per una sua battuta pepata che riguardava i socialisti al tempo di Craxi”, ha affermato mercoledì scorso.
Nel post il leader del Movimento 5 Stelle ripropone il video di quella celebre battuta a Fantastico 7 nel 1986, nella quale dava dei ladri ai socialisti. Ieri Baudo, ospite di Otto e mezzo su La7, ha ricordato quell’episodio: “Lì per lì non successe niente, ma al primo intervallo vidi i dirigenti Rai muoversi perché chiamati dalla direzione generale. L’indomani scoppiò lo scandalo. Allora c’era un Craxi potente, c’era Manca che comandava, socialista. La battuta era forte. Dopo questa battuta ebbi rapporti difficili con la Rai e alla fine di questo periodo difficile lasciai la Rai”.