25 Aprile 2024, giovedì
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L’Italia salva i fondi Ue

Rien va plus, i giochi sono fatti. E i conti sono chiusi. In una settimana che finisce per riassumere tre anni di negoziati, il Parlamento europeo ha dato l’assenso al budget pluriennale 2014-2020 e varato le riforme della Politica agricola comune e delle politiche di coesione, vale a dire le rubriche più pesanti del bilancio dell’Unione. Un peso che si va alleggerendo, nel primo quadro finanziario al ribasso (oltre il 3% in meno di risorse in impegni) della storia europea in un’Europa che è profondamente diversa da quella della programmazione precedente, più grande per l’allargamento a Est, e più impegnata per nuove competenze. Le politiche agricole e della pesca diventano meno importanti (dal 42,3 al 38,9% del budget Ue), come quelle della coesione «tradizionale», mentre più risorse saranno destinate a capitoli sulla competitività e crescita (Galileo, Orizzonte 2020, reti di trasporto transfrontaliere). L’Italia tiene sui fondi per la coesione, 29,34 miliardi di euro nel prossimo settennio contro i 29,38 dell’esercizio corrente. Alla fine del periodo, Roma sarà la seconda capitale europea per quantità di finanziamenti Ue ricevuti dopo la Polonia, mentre ora è terza.

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