23 Aprile 2024, martedì
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«Puzzi e cammini male», prof umilia disabile: condannato

«Tu puzzi, tu cammini male, tu parli male, perché tua madre non ti porta da un logopedista?». Ha 15 anni, problemi psico-motori, una paralisi che non gli consente di muoversi bene, ma è sorridente, molto affettuoso.
Frequenta il primo anno in un istituto tecnico turistico al Torrino e per quattro anni continuerà a rimanere in silenzio. Non avrà il coraggio di riferire a mamma e papà quelle parole che sono coltelli. Saranno i suoi compagni di classe a spingerlo a parlare con i genitori.

IL SILENZIO
Marco (nome di fantasia) il 13 dicembre del 2007, all’ora di pranzo, confida alla sua famiglia: «C’è un professore che mi tratta malissimo, mi ha preso lo zaino, me l’ha buttato dalla finestra e mi ha imposto di andarlo a prendere nel giardino». Scatta la denuncia dei genitori, le indagini dei magistrati, fino alla sentenza di primo grado del marzo del 2012 emessa dal Tribunale ordinario di Roma che condanna Francesco Pepe, docente di inglese a un anno di reclusione per maltrattamenti. Il magistrato aveva chiesto 4 mesi per l’accusa di abuso di mezzi di correzione. Pepe si è sempre dichiarato innocente e il suo avvocato ha presentato appello.

LO SCHERZO DEL CESTINO
Nella sentenza si parla di «condotta denigratoria e discriminatoria». «Tu sei diverso, non sei grado, leggi il giornale, tanto a te non serve il libro» avrebbe detto Pepe. Secondo le testimonianze dei compagni di classe, il professore il primo anno chiese agli alunni della classe di fare uno «scherzo» al ragazzo, «di mettere uno zaino sotto il banco» del ragazzo «con il cestino, così sarebbe inciampato». Un testimone racconta altri episodi: «Quando Marco andava al bagno il professore gli gettava gli oggetti fuori dalla finestra». Il ragazzino «piangeva», hanno raccontato i compagni di classe che avevano avvisato i professori e la preside dell’istituto durante il secondo anno. Successivamente il professore avrebbe chiesto scusa alla classe e a Marco dicendo che il tutto era causa di un brutto periodo della sua vita. «Il professore mi disprezza perché sono malato» disse Marco a un insegnante. Ma i genitori non furono contattati, il ragazzino continuava a soffrire in silenzio.

LA DIFESA
Il docente si è sempre dichiarato innocente. Alcuni professori hanno dichiarato che lo conoscevano dagli anni Ottanta e mai nessuno si era lamentato. Sull’episodio del cestino ha dichiarato: «ricordo che era lui che mi chiese di andare al bagno e cercando di uscire dal banco incontro difficoltà perché c’erano degli zainetti buttati a caso. Quando lui uscì dissi ma che lo fate apposta per farlo cadere? O è un caso?». Ha ammesso di aver consigliato a Marco di frequentare un logopedista quando erano da soli, non davanti alla classe. «Per quanto riguarda le frasi relative alla scarsa igiene, non l’ho mai offeso, ma quando mi riferivano che tornando dal bagno era sporco ritenevo opportuno con un certo imbarazzo chiedergli di essere più attento all’igiene personale».

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