Il disavanzo patrimoniale ed economico dell’Inps «può dare segnali di non totale tranquillità». Così il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua sui dati di bilancio dell’Ente nel corso di una audizione alla commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali.
La rettifica in serata
Un’uscita che aveva sollevato parecchi allarmi e che ha indotto Mastrapasqua a specificare in serata che i conti dell’Istituto «sono in piena sicurezza» e a smentire «ogni allarmismo». «C’è piena e totale sostenibilità dei conti della previdenza e dell’Inps – ha chiarito Mastrapasqua – Nessun allarme e nessun allarmismo. Oggi mi sono limitato a ribadire quanto ho affermato lo scorso mese di luglio nell’annuale relazione al Parlamento e che cioé il disavanzo ereditato dall’ex Inpdap, non deve trasformarsi in un sintomo di incertezza sulla tenuta della previdenza italiana. È solo un problema contabile, che non mina la certezza dei flussi finanziari. Nessun rischio né per oggi né per domani. Le pensioni sono e saranno regolarmente pagate».
Saccomanni: nessun motivo di allarme Rassicurante la replica di Saccomanni a Bruxelles per partecipare all’Eurogruppo: «È un problema tecnico che stiamo valutando, ne abbiamo parlato anche con Giovannini, ci sta lavorando la ragioneria, non c’è nessun motivo di allarme».
Rivedere norme fusione
Di qui la necessità di rivedere le norme che hanno regolato l’accorpamento dell’Inps con Inpdap ed Enpals. Per Mastrapasqua occorre dunque abbandonare la pratica delle anticipazioni, «di trasferimenti statali non completamente rispondenti ai fabbisogni», e ripristinare una copertura strutturale da parte dello Stato per il pagamento delle pensioni pubbliche. Senza questo intervento normativo si potrebbero «innescare rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passività».
Camusso: no allarmi, Mastrapasqua dica cosa vuole fare
Alle preoccupazioni di Mastrapasqua replica così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: «Oltre a lanciare allarmi Mastrapasqua dovrebbe dirci cosa intende fare». E ancora: «L’unificazioni degli istituti previdenziali «decisa dal governo Monti» e l’evidenza del fatto che «i versamenti da parte del pubblico sono molto parziali non può essere un alibi per immaginare una insicurezza del sistema previdenziale». Quello che la Cgil vorrebbe, ha proseguito il segretario generale, «è che si discutesse come redistribuire ai lavoratori dipendenti e ai pensionati i risparmi derivati dalle riforme pensionistiche del passato»