Dal carcere ai domiciliari, infine la libertà. E’ stata questa la parabola dell’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino, arrestato e condotto in prigione a Secondigliano nel marzo scorso, dove rimase131 giorni con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver favorito il clan dei Casalesi.
Nel luglio scorso, poi, la scarcerazione: “Nick O’ Mericano” poté tornare a casa, a Caserta. Ma era un esito prevedibile: già a giugno, infatti, la Cassazione aveva agito in suo favore, annullando con rinvio la decisione del Riesame di Napoli. Per i giudici, infatti, i pm non avevano motivato adeguatamente l’arresto e non avevano tenuto sufficientemente conto della dismissione dalle cariche politiche.
Ora, l’epilogo: il collegio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Orazio Rossi, davanti al quale Cosentino è imputato nel processo conosciuto come “Il principe e la ballerina”, ha accolto l’istanza di revoca dei domiciliari presentata qualche giorno fa dagli avvocati dell’uomo, ex deputato. Tale provvedimento restrittivo era ancora l’unico efficace per l’uomo accusato di aver reimpiegato capitali illeciti, favorendo la mafia, in relazione alla costruzione, mai avvenuta, di un centro commerciale a Casal di Principe.