29 Marzo 2024, venerdì
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Falsi incidenti stradali, indagati e arresti: anche medici e avvocati

È la provincia più cara dove per assicurare un’auto si ricorre alla rateizzazione, dove i vantaggi di un premio vengono tutti annullati dall’origine territoriale, dove si è costretti per risparmiare ad affidare la proprietà di un veicolo al familiare emigrato. A Napoli gli onesti pagano per tutti con le casse erariali che si svuotano a causa di vere e proprie holding del crimine. Una di queste organizzazioni criminali è finita nel mirino di carabinieri e finanza di Nola, provincia di Napoli.

Gli agenti, coordinati dalla procura di Nola, dal procuratore aggiunto Maria Antonietta Troncone, hanno eseguito, diverse misure, tra interdizioni, divieti di dimora e arresti, a carico di soggetti insospettabili come medici, di strutture pubbliche e private, e avvocati.

In tutto il giudice per le indagini preliminari ha accolto sedici provvedimenti restrittivi su richiesta della pubblica accusa. La procura ha individuato con diverse ramificazioni una organizzazione criminale dedita alle truffe a compagnie assicurative e anche allo stato con l’accesso illegittimo al fondo di garanzia per le vittime della strada.

Veri e propri incidenti inventanti, uso di testimoni falsi, medici compiacenti, avvocati amici sono gli strumenti che hanno portato alla commissione dei reati secondo le ipotesi del l’accusa. In tutto gli indagati sono 400; una mega inchiesta che scompagina il sistema rodato dei falsi sinistri. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere alla truffa, alla corruzione, al falso in atto pubblico.

Lo schema piramidale vedeva una manovalanza con i falsi testimoni alla base, da assoldare con una cinquantina di euro, gli intermediari e faccendieri al centro e al livello primario i professionisti. Fioccavano falsi certificati medici, tra i camici bianchi coinvolti diversi professionisti di ospedali napoletani e anche del locale ospedale di Nola, ci sono anche avvocati di studi forensi della città bruniana e della provincia. Il gip su richiesta della procura ha disposto anche il sequestro di beni per un valore intorno ai quattro milioni di euro.

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