Per il pagamento della tassa rifiuti conta anche il reddito. I comuni possono concedere riduzioni e esenzioni Tares per le famiglie più bisognose. Le agevolazioni, infatti, possono essere legate al reddito e alla capacità contributiva della famiglia, anche facendo ricorso all’indicatore della situazione economica (Isee). Il consiglio comunale può decidere di far ricadere il peso dei benefici fiscali sull’intera platea dei contribuenti oppure ha facoltà di finanziarli con l’iscrizione in bilancio della relative somme come autorizzazioni di spesa, purché non eccedano il limite del 7% del costo complessivo del servizio. Lo prevede l’articolo 5 del dl 102/2013 sull’imposizione immobiliare in sede di conversione in legge.
Il legislatore, dunque, anticipa al 2013 per la Tares la misura di favore, già contenuta nella bozza della legge di stabilità per Tari e Tasi, che consente di tener conto della situazione familiare dei contribuenti soggetti al prelievo (si veda ItaliaOggi del 24 ottobre scorso). Le agevolazioni hanno di mira i soggetti meno abbienti che hanno una ridotta capacità contributiva, misurata anche attraverso l’Isee. Possono essere concesse a spese del comune, ma la copertura finanziaria non può superare il tetto del 7% del costo complessivo del servizio.
Le spese non coperte sono a carico della collettività e vanno finanziate attraverso la fiscalità generale. Infatti, gli enti possono deliberare riduzioni tariffarie e esenzioni Tares diverse da quelle già previste dalla legge, per le quali si pone il problema della copertura finanziaria.