La Francia scende in piazza contro il fisco e ottiene la sospensione dell’applicazione dell’ecotassa sui Tir. Di fronte all’ondata di proteste partita dalla Bretagna, ma esplosa in tutta la Francia, il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha deciso di optare per la sospensione del tributo, a seguito di un incontro con le parti interessate e gli enti locali. Nei giorni scorsi, infatti, non erano bastate le rassicurazioni del ministro delle finanze di Parigi, Pierre Moscovici, sulla cancellazione della prevista tassa sul risparmio, a scongiurare la rivolta. E così, in magliaia sono scesi in strada nei giorni scorsi per mostrare disappunto contro il nuovo pacchetto di imposte messo a punto dall’esecutivo con l’intento di raccogliere nuovi fondi da destinare all’occupazione e all’ambiente. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata proprio l’ecotassa introdotta a partire dal primo gennaio 2014, su tutti i mezzi di trasporto di stazza superiore alle 3,5 tonnellate circolanti sui 15 mila km di rete stradale nazionale non concessa. Un balzello chilometrico con importi che potrebbero variare dagli 8 ai 15 centesimi di euro a chilometro, destinati a finanziare lo sviluppo di infrastrutture, promuovendo l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Motivazioni nobili che non hanno incontrato, tuttavia, il favore dei contadini bretoni secondo cui l’ecotassa non avrebbe fatto che aumentare il costo dei prodotti determinando una contrazione dei consumi.