23 Aprile 2024, martedì
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PDL e Forza Italia: divorzio consensuale?

di Michele Imperio

forza-italia-copiaQuando il 2 ottobre scorso Silvio Berlusconi fece marcia indietro e accordò la fiducia al governo Letta non lo fece percdhè così lo avevano convinto Fabrizio Cicchito e Angiolino Alfano ma lo fece perché aveva ricevuto una telefonata personale del sottosegretario di Stato americano John Kerry, il quale lo invitava a sostenere il governo Letta in cambio di un suo personale interessamento a risolvere quanto gli stava più a cuore e cioè la sua agibilità politica e il rispetto delle sue promesse ai suoi elettori (revoca dell’IMU sulla prima casa no ad altre tasse ecc. ecc.)

Nei giorni seguenti al 2 ottobre abbiamo asssitito – non a caso – a inizaitive del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché fosse varata una grande amnistia, a una moral sison sul P.D. perché votasse contro la decadenza di Silvio Berlusconi in Parlamento applicando al suo caso in modo retroattivo la legge Severino. Credo che siano stati temi trattati nei due recenti incontro fra Barak Obama e Enrico Letta e fra il presidente del Senato Italiano Pietro Grasso e il vicepresidente americano Joe Biden.

Ma i segnali che si ricavano dall’esito di questi incontri non sono positivi anzi quelli con Grasso sono decisamente negativi, nel senso che si ha l’impresione di una insubordinazione degli italiani agli americani. In particolare l’ex magistrato Piero Grasso, il quale, ogni giorno che passa, sembra essere stato messo lì per fare una sorta di vecepresidente del consiglio in qualità di rappresentante del partitro dei magistrati, a margine del suo viaggio ufficiale a Washington, ha buttato lì una frase che dice tutto e che ha scatenato, come non poteva non scatenare, un putiferio: «Se il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi sarà segreto – ha commentato – bisognerà vedere se sarà davvero un voto di coscienza o se dipenderà piuttosto da interessi diversi». Per poi aggiungere: «Se invece il voto sarà palese, tutto sarà più chiaro». Ergo niente mutamenti di linea del Partito dei Magistrati sulla Legge Severino.

brunetta«Le dichiarazioni di Grasso sul voto segreto o palese – ha replicato Brunetta del PDL non sono da presidente del Senato, ma da uomo di parte, anzi di fazione. Ritenere che i senatori col voto segreto possano rispondere a interessi diversi dalla coscienza è una insinuazione gravissima. Giovanni Falcone diceva: Il sospetto è l’anticamera della calunnia. Cerchi di far valere le regole invece che inventarne di nuove ad uso delle sue attitudini inquisitorie».schifani Anche Renato Schifani, predecessore di Grasso è andato all’attacco di Grasso e lo ha fatto addirittura dal punto di vista procedurale: «È molto grave che il presidente Pietro Grasso ipotizzi il voto palese sulla decadenza, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Un’eventuale interpretazione diversa in Giunta per il Regolamento, a colpi di maggioranza, sarebbe inaccettabile e noi ci opporremmo strenuamente ad una simile forzatura ».Ancor più dure le parole di Fabrizio Cicchitto: «Il senatore Grasso dimentica di essere presidente del Senato e si qualifica solo come uomo di parte. Si tratta di forzature non solo inaccettabili, ma anche di una irrazionale ricerca della rissa». Amaro il commento della deputata Elvira Savino: «Bisogna riconoscere che il Pd ci sta prendendo per fessi e purtroppo con indiscutibile successo”

Recepiti questi messaggi Silvio Berlusoni ha accellerato sul ritorno di Forza Italia sulla scena politica italiana e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accellerato sulla riforma elettorale. Pessimi segnali che ci fanno capire che la pacificazione fra i due più grandi partiti italiani ancora una volta non ci sarà probabilmente per la solita ostinazione contraria dei Magistrati. E che in occasione delle prossime elezioni europee ci sarano anche nuove elezioni politiche italiane.

A queste elezioni e alle elezioni europee è molto probabile che governativi e lealisti del PDL si presenteranno divisi a seguito di un divorzio consensuale, cioè formeranno due partiti diversi ma alleati tra loro. In particolare il PDL si federerebbe con l’UDC e reggerebbe il governo ma con uan maggioranza risciata che può venir meno prima delle eelzioni europee in base a fibirllazioni interne al P.D., peraltro già preannunicate da Matteo Renzi. Silvio Berlusconi con Forza Italia passerebbe gradatamente all’opposizione, posizione che in termini di consensi rende molto di più, stante l’aggravamento di tutti i problemi in campo. Infatti l’organismo delPDL che si è riunito ieri ha deliberato il trapasso dal Pdl a Forza Italia, l’azzeramento delle cariche interne, i pieni poteri al Fondatore e un documento dove si conferma la fiducia al governo, ma a patto che rispetti gli impegni programmatici: insomma mani libere, specie se il Pd «pugnalerà» Berlusconi sulla decadenza.

In effetti il prpoblema c’è ed è il seguente: se nononstante la irretroattività della legge Severino il P.D. dovesse ugualmente propendere per la dedcadenza per sei anni di Silvio Berlusconi bisognba incassare il colpo e far proseguire la vita al governo oppure bisognerebbe reagire facendo una mossa che però non è stata mai apprerzzata dagli elettori, quella di far cadere prima del tempo un governo in carica? Questa soluzione dei due partiti PDL e FI è un buon compromesso che consente di assumere entrambe le poszioni e di passare il cerino acceso in mano al P.D.

D’altra parte ad appoggiare questo governo c’è solo da perdere: il debito publico sta crescendo,il governo pensa a nuovi tagli ma nei punti sbagliati, ossia ancora una vota nella sanità, l’illusione di Letta che la stabilità poitica possa portare al ritorno alla cresciata è apunto solo un’illusione.

emiliano 2Il problema è che un paese comel’Italia messo in queste condizioni da scelte di poitica economica europea sbagliate ineteressate avrebbe bisogno di un premier come fu all’epoca negli Statio Uniti Franklin Delano Roosvelt oppure come fu all’epoca in Cina Teng Hsiao Ping. Il P.D. invece ci propone continuamente re travicelli prima Pierluigi Bersani poi Enrico Letta, fra poco Ciccio Bello n. 2 ossia Matteo Renzi., che sarà, se diverrà premier, il padre di tutti i disastri, l’affossatore finale della nazione. Tutti questi signori si sentono legati dal vincolo esterno (ce lo chiede l’Europa come possiamo dire di no?) sono convinti che la lira è carta straccia e che l’eruo sia una moneta nobile, che i nostri problemi si risolvono con una maggiore integrazione europea. Vanno fino in Germania per baciare la mano della Merkel (atto di autolesionismo allo stato puro). Soggetti che invece sviluppano ottime analisi sul problema del’euro come Giorgio Cramaschi o Michele Emiliano vengono lasciati al palo. Eppoi ci sono i Magistrti. Che addirittura minacciano procesi penali a Niky Vendola se non si allinea anche lui sulle poszioni di Renzi. In una parola sola nel P.D. i più sono ancora a corto di analisi e non hanno ancora capito niente. E chi ne fa le spese siamo noi. Sempre più umili cittadini. Sempre più umili in tutti i sensi.

Michele Imperio

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