La nuova Tasi, il tributo sui servizi indivisibili previsto dalla legge di stabilità per il 2014, vale 3,76 miliardi di euro ad aliquota standard, cioè con il livello-base dell’1 per mille: 470 milioni in più dell’Imu sull’abitazione principale che, sempre ad aliquota standard, vale 3,3 miliardi e sembra destinata a scomparire con il nuovo anno.
La questione nasce da due punti di vista diversi con cui si analizza il tema. Il ministero ragiona in termini di copertura finanziaria, il confronto pubblicato oggi invece riflette sull’impatto sul contribuente.
In primo luogo, il confronto è stato condotto dal Sole 24 Ore fra le due imposte a regime, l’Imu che si è pagata nel 2012 e ora è in corso di cancellazione, e la Tasi che è in arrivo. La maggiorazione Tares (1 miliardo di gettito complessivo) è invece un’una tantum statale, come prevede il Dl 35, non serve quindi a pagare i servizi indivisibili dei comuni e sarà versata solo nel 2013. Quando si è pagata l’Imu, cioè nel 2012, non si è pagata la maggiorazione Tares, mentre quest’anno accade l’esatto contrario: si pagherà a dicembre la maggiorazione Tares, mentre quest’anno accade l’esatto contrario: si pagherà a dicembre la maggiorazione Tares, ma non si pagherà l’Imu (almeno secondo i progetti del Governo, che intende abolire anche la seconda rata). In breve: è vero che anche la maggiorazione Tares va coperta nei saldi di finanza pubblica (e per questo il ministero la abbraccia nel confronto), ma nei fatti non si è mai aggiunta all’Imu sull’abitazione principale.