di Michele Imperio
Il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, nel corso della conferenza stampa in cui si illustravano i particolari dell’operazione Nuovo Mandamendo 3 ha rilasciato dichiarazioni molto forti e schoccanti. Un appello rivolto non alle istituzioni ma ai capi di Cosa Nostra: “Voglio fare un appello diverso – ha detto Teresi – questa volta non mi rivolgo ai rappresentanti delle istituzioni per chiedere loro di recidere i legami con la mafia, ma mi voglio rivolgere ai vertici di Cosa nostra: recidete i legami con i vostri politici di riferimento. Voi siete sommersi da ergastoli e loro la fanno sempre franca e si arricchiscono alle vostre spalle!”.
Quindi, in terza persona, rimarca il concetto, unico nel suo genere: “Come fanno i mafiosi – sottintende il Procuratore – ad avere ancora rapporti con elementi dello Stato quando a pagare sono stati soltanto loro? Mentre i boss sono in carcere, i politici di riferimento restano liberi!
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un magistrato siciliano che vorrebbe l’emersione della verità sui rapporti stato-mafia e – ritengo – sui nomi dei politici che hanno strumentalizzato e poi tradito Cosa Nostra nelle stragi del 1992.
Le stragi del 1992 – ormai è chiaro – furono l’epilogo di tante cose ma – fra queste – furono la conclusione di un conflitto asperrimo fra Sinistra democristiana e Partito Socialista. Questo conflitto era arrivato al suo culmine nel 1990 con l’omicidio da parte di agenti segreti affiliati alla Sinistra Democristiana di Simonetta Cesaroni, la giovane impiegata del Sisde assassinata da mani ignote a Roma in una sede di copertura del Sisde democristiano l’Ostello della Gioventù, il 7 luglio 1990. Simonetta Cesaroni era una giovane compiuterista molto abile infiltrata nel Sisde democristiano dal conte Francesco Caracciolo Di Sarno e dalla contessa Alberica Filo Della Torre vicina ai socialisti, assassinata l’anno dopo il 9 luglio 1991, per estrapolare dai computers di quell’ufficio materiale informativo compromettente a carico di agenti segreti democristiani e poi farne camapgne scandalistiche.
Alberica Filo della Torre era la public relation men di Michele Finocchi, numero 2 del Sisde di allora, referente dei socialisti nel Sisde e suocero del ministro Claudio Martelli, nonché imparentato per vie traverse con uno degli uomini più fidati di Gianfranco Fini quel Gennaro Mokbel che ritroviamo enormemente arricchito nello scandalo Saprkle- Fast-web e che – per telefono – si vanta di avere speso un milione di euro per corrompere i giudici romani onde risolvere il caso Mambro-Fioravanti, autori di 34 omicidi, chiaramente due agenti segreti deviati sotto copertura.
Si sa poi come andò. Nel contesto stragista del 1992 la Sinistra democristiana allora guidata dai noti Mancino Nicola, Rognoni Virginio Prodi Romano e Scalfaro Oscar Luigi ingaggiò, strumentlizzò e poi scaricò Cosa Nostra comissionandole le stragi del 1992, facendo poi votare dal parlamento sull’onda emotiva di quelle stragi l’introduzione del carcere duro per i mafiosi e quindi poi scaricando Cosa Nostra con l’arresto di Totò Riina il 15 gennaio 1993, e poi con la destituzione da ministro di grazia e giustizia di Claudio Martelli, il 12 febbraio 1993, al quale era stato fatto credere che i democristiani erano disponibili ad affidargli la premierschip e poi strumentalizzando di nuovo Cosa Nostra facendole eseguire le stragi del 1993 che servivano a mandare messaggi intimidatori ai giudici romani che indagavano sugli agenti segreti democristiani responsabili degli ammanchi dai fondi riservati del Sisde e quindi concedendo solo alla fine di tutte queste strumentalizzazioni la parziale revoca del carcere duro ex art. 41 bis.
Ma tutto questo disegno politico non sarebbe stato possibile se la Sinistra Democristiana non avesse avuto l’apporto e il favore di alcuni alti e importanti Magistrati, alcuni massoni, sparsi per tutta l’Italia, altri appartenenti alla Procura della Repubblica di Milano, enfatizzata da noi pecore beanti.
Le stragi del 1992 politicamente ebbero l’effetto, in uno con le inchieste su Tangentopoli, di distruggere il partito socialista e la destra democristiana filo-vaticana per aprire uan nuova afse olitica e preparare sin da allora l’ascesa al potere e l’egemonia assoluta della Sinistra democristiana filo-americana, il segmento politico più vicino al Partito Democratico Americano, egemonia che si sta materializzando proprio in questi giorni con il premierato di Enrico Letta, con la probabile ascesa alla guida del P.D. di Matteo Renzi e –forse – con la prossima elezione a presidente della Repubblica di Romano Prodi, non ancora fuori dai giochi, con i laici che – come dice Renzi – possono solo spingere il carro del vincitore senza potervi salire.
Indubbiamente farebbe bene agli italiani in questo contesto conoscere la verità sulle stragi come auspica il Procuratore Aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, per disilluderli e per aprire loro gli occhi. Ma è convinto Teresi che i suoi colleghi Magistrati la vogliono questa verità? Che cosa pensa Teresi della sua collega Ilara Calò P.M. di Roma che si è inventata quella storia del fidanzato di Simonetta Cesaroni diventato improvvisamente e senza preavviso serial killer e dei suoi colleghi della Corte di Assise di Roma che lo hanno condannato in primo grado. Che cosa ne pensa?
Come disse giustamente l’ex Procuratore Aggiunto di Palermo Antonio Ingoria la magistratura può poco ridotta in queste condizioni, dove uno scopre e l’altro copre. Dovrebbe attivarsi la classe politica. Ma anche la classe politica è messa male. Gli imbelli che dissero all’epoca delle stragi non vidi, non parlai, non sentii, ora si accontentano di spingere il carro altrui anziché costituirne uno proprio. Che scaigurati!
Michele Imperio