29 Marzo 2024, venerdì
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Il dirigente sbaglia strategia? Non è responsabile

Non è responsabile per il mancato raggiungimento del risultato atteso, il manager di una società che fa scelte strategiche rivelatesi poi errate, se ha agito con la diligenza richiesta in riferimento sia alla sua qualifica professionale sia alla natura e alla difficoltà delle incombenze affidategli.
E’ quanto ribadito dalla sezione Lavoro della Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 22965 del 9 ottobre scorso.

L’inosservanza dei doveri di diligenza comporta non solo l’applicazione di eventuali sanzioni disciplinari, ma anche l’obbligo del risarcimento del danno cagionato all’azienda per responsabilità contrattuale. Tuttavia, poiché non è possibile addossare al lavoratore subordinato una responsabilità che costituisca assunzione del rischio proprio dell’attività svolta dallo imprenditore, l’indagine relativa deve essere diretta ad accertare se l’evento dannoso subito dall’azienda sia correlato ad una condotta colposa del prestatore d’opera, se cioè si sia in presenza di un casus culpa determinatus ricollegabile, sulla base di un rapporto di causalità, ad una condotta colposa del dipendente sotto i profili della negligenza, dell’imprudenza o della violazione di specifici obblighi contrattuali o istruzioni legittimamente impartitegli dal datore di lavoro. Come criterio direttivo di tale indagine non può assumersi il parametro generale e costante della diligenza dell’uomo medio, ma occorre, invece, valutare la diligenza del dipendente in riferimento sia alla sua qualifica professionale sia alla natura delle incombenze affidategli, ed alle particolari difficoltà presentate dall’espletamento di queste (in tal senso, Cass. 1037 del 1977).”

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