La Suprema Corte di Cassazione (sez. lav., 11 settembre 2013, n. 20829) è intervenuta in tema di modifica delle mansioni e risarcimento del danno.
Il caso affrontato dagli ermellini è quello di un lavoratore che, dopo un’operazione di acquisizione dell’istituto di credito di cui era dipendente da parte di un’altra banca di maggiori dimensioni, aveva subito un demansionamento e si era, di conseguenza, rivolto ai giudici per chiedere il risarcimento del danno.
La Corte d’appello ha accolto il ricorso del lavoratore constatando l’assenza di equivalenza tra le mansioni svolte come vicedirettore e responsabile di tutte le operazioni bancarie, rispetto a quelle successivamente assegnate limitate alla concessione di crediti.
La banca ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il giudizio di equivalenza deve tener conto anche delle dimensioni e importanza della nuova organizzazione imprenditoriale.