20 Dicembre 2025, sabato
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Caso Orlandi, svolta nelle indagini: una donna indagata per false informazioni al pm

La Procura di Roma, che ha riaperto il fascicolo nel 2023, contesta il reato nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela. La famiglia: “Piena fiducia nella magistratura”

C’è una nuova indagata nell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno 1983. Si tratta di una donna a cui la Procura di Roma contesta il reato di false informazioni al pubblico ministero, un’ipotesi che si inserisce nel quadro delle indagini riaperte ufficialmente nel 2023 dopo decenni di interrogativi, piste sovrapposte e verità rimaste elusive.

L’attività investigativa è affidata ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinata dalla Procura capitolina, che negli ultimi due anni ha riordinato atti, testimonianze e nuovi elementi emersi anche grazie alle precedenti commissioni parlamentari e vaticane. Un lavoro condotto, finora, all’insegna del massimo riserbo.

Proprio su questo aspetto si è soffermata Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, commentando la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati:
«Abbiamo appreso dalla stampa questa novità. C’è la massima fiducia nel lavoro dei magistrati e il fatto che abbiano scelto di procedere con grande discrezione ci fa ritenere che abbiano avuto valide ragioni per farlo».

L’ipotesi di false dichiarazioni al pm, pur non chiarendo ancora il ruolo della donna né il contenuto delle affermazioni contestate, rappresenta un passaggio significativo in un’inchiesta che punta a verificare la credibilità di testimonianze e ricostruzioni fornite nel tempo. Un segnale, secondo gli inquirenti, della volontà di fare piena luce anche su eventuali depistaggi o omissioni che potrebbero aver contribuito, negli anni, a rallentare l’accertamento della verità.

A oltre quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, il caso continua a interrogare l’opinione pubblica e le istituzioni. La nuova iscrizione nel registro degli indagati conferma che l’inchiesta è tutt’altro che chiusa e che la Procura intende approfondire ogni elemento utile, senza sconti, per ricostruire uno dei misteri più oscuri e dolorosi della storia italiana recente.

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