22 Novembre 2025, sabato
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Il Papa ai capi di Stato: ascoltino il grido dei più poveri

Dalla Basilica di San Pietro l’appello del Pontefice: una comunità cristiana non può voltarsi dall’altra parte. Ai governi chiede scelte coraggiose e politiche che restituiscano dignità a chi è ai margini

Nella solennità di una Basilica di San Pietro gremita, illuminata dalle prime luci del mattino e riscaldata dal mormorio dei canti, Papa Leone XIV ha presieduto la celebrazione della IX Giornata mondiale dei poveri, trasformando la liturgia in un vigoroso richiamo alla responsabilità collettiva. La folla accorsa da ogni parte d’Italia e del mondo – famiglie, religiosi, volontari, persone fragili accolte dalle associazioni caritative – ha fatto da cornice a un messaggio che il Pontefice ha consegnato con tono fermo e insieme paterno: non cedere all’indifferenza, perché l’indifferenza è il primo passo verso la disumanizzazione.

Nel cuore dell’omelia, il Papa ha riproposto una convinzione che attraversa il suo magistero: la Chiesa deve “stare dalla parte dei poveri”, non per retorica, ma per fedeltà al Vangelo. Una Chiesa che si ripiega su sé stessa, ha sottolineato, rinuncia alla propria ragion d’essere. Una Chiesa che si fa prossima, che ascolta, che sostiene, invece, diventa segno credibile dell’amore di Dio. Un’indicazione semplice nella forma ma esigente nella sostanza, che il Pontefice ha collegato all’Esortazione apostolica Dilexi te, testo che riafferma il legame inscindibile tra fede e cura degli ultimi.

L’appello più diretto è stato però rivolto ai governanti. Papa Leone XIV ha chiesto ai capi di Stato e ai responsabili della cosa pubblica di assumersi senza esitazione il compito di promuovere politiche che restituiscano dignità a ogni persona, soprattutto a chi vive in condizioni di fragilità estrema. Ha parlato di scelte economiche e sociali che non possono essere rinviate, di riforme che mettano al centro la persona e non i calcoli di convenienza, di una visione inclusiva che trasformi l’assistenza in opportunità e la solidarietà in architettura sociale.

Il Pontefice ha ricordato che la povertà non è un’astrazione e non può essere affrontata con risposte di facciata. Dietro ogni numero ci sono storie, volti, esistenze spezzate che attendono riscatto. Ha quindi esortato i fedeli e le comunità locali a farsi promotori di una cultura dell’incontro, capace di annodare legami, generare sostegno reciproco, aprire spazi di cura e accoglienza. Una cultura che non teme di spingersi oltre i confini del proprio comfort e che sa riconoscere nell’altro una parte di sé.

La celebrazione si è conclusa tra lunghi applausi, ma il messaggio consegnato da Papa Leone XIV ha voluto andare oltre la suggestione del momento: la Giornata mondiale dei poveri non può restare un appuntamento isolato nel calendario liturgico. È un invito permanente a guardare il mondo da un punto di vista diverso, a misurare la qualità di una società dal modo in cui tratta i suoi membri più vulnerabili, a comprendere che la giustizia non nasce dai proclami, ma da scelte quotidiane, concrete, esigenti.

In un tempo segnato da crisi economiche, conflitti e nuove forme di esclusione, il Papa ha chiesto alla comunità internazionale, alla Chiesa e a ogni credente di non smarrire la bussola fondamentale del Vangelo: prendersi cura degli ultimi. Da questo, ha ricordato, passa non solo la credibilità delle istituzioni, ma anche la possibilità di costruire un futuro davvero comune.

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