C’è una Fiorentina opaca e contratta in Serie A, e ce n’è un’altra, europea e spietata, che in Conference League non sbaglia un colpo. A Vienna la squadra di Stefano Pioli ritrova gioco, fiducia e concretezza, travolgendo il Rapid con un netto 3-0 che non ammette repliche. A segno Ndour dopo appena nove minuti, poi Dzeko all’inizio della ripresa e infine Gudmundsson nel finale, a suggellare una serata che profuma di riscatto. Due partite, due vittorie, sei punti e primo posto nel girone: l’Europa continua a parlare viola.
La svolta di Pioli
Il tecnico, sotto pressione dopo un avvio di campionato altalenante, cambia qualcosa ma non l’atteggiamento. Dentro Viti, Dzeko, Piccoli e il giovane Fortini, una delle note più liete della serata. E la risposta della squadra è quella che cercava: determinata, intensa, con una fame che in Serie A si era smarrita.
Il Rapid Vienna è travolto fin dai primi minuti, incapace di contenere la superiorità tecnica e il ritmo della Fiorentina. Dopo un paio di mischie pericolose, al 9’ arriva il vantaggio: Dzeko calcia da fuori, il portiere Hedl devia maldestramente e Ndour, puntuale, insacca da due passi. L’1-0 indirizza la partita e regala fiducia a un gruppo che gioca con la leggerezza di chi sa di essere superiore.
Dzeko e Fortini, l’intesa che funziona
Il Rapid prova a reagire con un paio di spunti isolati di Wurmbrand, ma la Fiorentina controlla, si muove bene tra le linee e crea ancora con Piccoli, vicino al raddoppio prima dell’intervallo. Il colpo del k.o. arriva però a inizio ripresa: Fortini inventa un assist perfetto per Dzeko, che dal dischetto dell’area piccola firma il 2-0 con la freddezza dei tempi migliori. È il primo sigillo europeo del bosniaco in maglia viola, e il primo assist continentale del talentuoso esterno italiano, che chiude tra gli applausi.
Il sigillo di Gudmundsson
Con il doppio vantaggio, Pioli gestisce ritmi e uomini. Il Rapid si scuote per orgoglio e al 65’ costringe de Gea — alla sua seconda partita europea da titolare — a una gran parata su Seidl. Ma la Fiorentina non concede altro. Anzi, nel finale trova il colpo che arrotonda il punteggio e chiude i conti: all’88’ il neoentrato Kouadio scatta centralmente e serve a Gudmundsson un pallone che l’islandese trasforma nel 3-0 con la precisione di un cecchino.
L’Europa come rifugio
Il triplice fischio fotografa due realtà opposte: una Fiorentina smarrita in campionato ma pienamente padrona in Europa, e un Rapid Vienna che si ritrova a zero punti dopo due sconfitte. Per Pioli, oltre alla classifica, arriva soprattutto una boccata d’ossigeno: la squadra ritrova convinzione, coralità e la sensazione di poter ancora incidere su più fronti.
La Conference League, ancora una volta, diventa la cura migliore per i pensieri viola.
