1 Settembre 2025, lunedì
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Gaza, misterioso virus all’ospedale al-Shifa: l’allarme del direttore sanitario

La struttura più grande della Striscia senza strumenti diagnostici adeguati. Abu Salmiya: “Rischio epidemia interna, non abbiamo mezzi”. L’OMS e le organizzazioni umanitarie: sistema sanitario al collasso

Un virus sconosciuto si sta diffondendo all’interno del complesso medico di al-Shifa, il principale ospedale della Striscia di Gaza. A denunciarlo è stato il direttore sanitario della struttura, Muhammad Abu Salmiya, che ha parlato di una situazione estremamente critica.

Secondo quanto riferito da Al Jazeera, il responsabile dell’ospedale ha spiegato che medici e infermieri non dispongono degli strumenti necessari per identificare con precisione il tipo di agente patogeno che sta colpendo pazienti e operatori. Senza apparecchiature di laboratorio avanzate, ha sottolineato Abu Salmiya, è impossibile stabilire natura, portata e modalità di diffusione del virus.

L’ospedale al-Shifa, con oltre 700 posti letto, è il più grande e attrezzato centro sanitario della Striscia. Dotato di reparti di chirurgia complessa, terapia intensiva, pediatria e maternità, è stato più volte al centro delle cronache internazionali durante le fasi più drammatiche del conflitto. Nel corso degli ultimi mesi la struttura ha dovuto affrontare evacuazioni forzate, interruzioni di corrente e carenze di forniture, operando costantemente in condizioni di emergenza.

Oggi il nuovo allarme si aggiunge a una crisi sanitaria già definita “oltre il collasso” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, oltre il 70% degli ospedali e dei centri medici di Gaza ha smesso di funzionare o lavora in maniera parziale, con farmaci esauriti e personale ridotto allo stremo. La Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa hanno più volte denunciato che la mancanza di accesso a carburante ed elettricità mette in pericolo anche i reparti più delicati, come quelli di dialisi e terapia intensiva neonatale.

“Non abbiamo i mezzi per affrontare questa emergenza – ha ribadito Abu Salmiya – e senza strumenti di laboratorio adeguati rischiamo un’epidemia incontrollabile all’interno della struttura”.

Il contesto in cui si colloca questa nuova emergenza è segnato da condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie. Nei campi profughi sovraffollati e privi di acqua potabile, il rischio di diffusione di malattie infettive è altissimo. Secondo Medici Senza Frontiere, la mancanza di vaccini e antibiotici, unita alle difficoltà di smaltimento dei rifiuti e alle interruzioni della catena del freddo, rappresenta un terreno fertile per la proliferazione di virus e batteri.

Al momento non sono stati diffusi dati ufficiali sul numero dei contagi né sulla gravità dei sintomi, ma la sola possibilità che un virus non identificato si stia propagando nel cuore della principale struttura sanitaria della Striscia suscita forte preoccupazione nella comunità internazionale.

Il caso di al-Shifa mette in evidenza, ancora una volta, la fragilità del sistema medico di Gaza, ostacolato dall’assedio e dalla guerra che impediscono l’arrivo regolare di attrezzature, farmaci e personale specializzato. In assenza di aiuti immediati dall’esterno, l’allarme lanciato da Abu Salmiya rischia di trasformarsi nell’ennesimo dramma umanitario di una popolazione già stremata da mesi di conflitto.

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