LODI – Un tuffo per sfuggire alla morsa del caldo si è trasformato in una tragedia annunciata. Un ragazzo di 16 anni, di origini nordafricane, è stato ripescato nel tardo pomeriggio di ieri dalle acque del fiume Adda, all’altezza della chiusa del canale Vacchelli, in località Marzano-Bocchi, nel comune di Merlino, in provincia di Lodi. Le sue condizioni sono gravissime: dopo essere stato rianimato dai soccorritori, è stato trasferito d’urgenza in elisoccorso all’ospedale San Raffaele di Milano, dove si trova ora ricoverato in prognosi riservata.
L’allarme è scattato poco dopo le 18:30, quando alcuni presenti, sotto choc, hanno segnalato la scomparsa del ragazzo sotto la superficie del fiume. Le acque dell’Adda in quel tratto, ingannevoli e pericolose, si sono richiuse sopra di lui senza lasciar tracce, se non una disperata richiesta d’aiuto lanciata dai compagni che erano con lui.
Nel giro di pochi minuti è stata attivata una massiccia operazione di soccorso: sul posto sono intervenuti i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Lodi, insieme ai colleghi del nucleo fluviale, al personale del 118 e ai carabinieri. Il giovane è stato individuato e riportato a riva dopo lunghi minuti di ricerche. Era in arresto cardiaco. I sanitari hanno iniziato immediatamente le manovre di rianimazione, riuscendo a stabilizzarlo quel tanto che bastava per predisporre il trasferimento in elicottero verso il capoluogo lombardo.
Il tratto del fiume dove si è consumato l’incidente, noto punto di ritrovo estivo nonostante i ripetuti allarmi delle autorità, è da anni interdetto alla balneazione. Il divieto, vigente e ben segnalato, non è bastato ancora una volta a scoraggiare la ricerca di un po’ di refrigerio in giornate segnate da temperature torride e afa insopportabile. In quel punto, infatti, la corrente è forte e i fondali irregolari, con risucchi e gorghi che rendono estremamente pericoloso l’ingresso in acqua, anche per nuotatori esperti.
La vicenda riaccende il dibattito sulla sicurezza dei fiumi durante l’estate e sulle troppe vittime che ogni anno si registrano nei corsi d’acqua italiani, spesso a causa di comportamenti sottovalutati o della scarsa conoscenza dei rischi. Nonostante i cartelli di divieto e i richiami delle amministrazioni locali, molti tratti dell’Adda – come altri corsi d’acqua della Lombardia – continuano a essere frequentati da bagnanti, spesso giovanissimi, che sfidano la sorte.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno avviato gli accertamenti per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’accaduto. Non è ancora chiaro se il ragazzo si trovasse da solo in acqua o se altri giovani lo accompagnassero nel bagno. Le testimonianze raccolte saranno determinanti per chiarire se il giovane abbia accusato un malore, sia scivolato in un punto più profondo o sia stato trascinato dalla corrente.
In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità locale è sotto shock. Il nome del giovane non è stato ancora reso noto ufficialmente, in attesa di avvisare la famiglia.
Nel frattempo, resta altissima la preoccupazione per le sue condizioni, definite “disperate” dai medici. È in terapia intensiva, attaccato a macchinari salvavita, mentre amici e familiari attendono con il fiato sospeso notizie dall’ospedale. Un tuffo come tanti, in un giorno d’estate, potrebbe trasformarsi nell’ennesima tragedia annunciata.
