1 Dicembre 2025, lunedì
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“Mi porto via un sacco di bellezza”: Laura Santi e l’addio consapevole

La giornalista perugina è morta a 50 anni dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale. Affetta da sclerosi multipla avanzata, ha combattuto a lungo per ottenere il diritto al suicidio assistito. Accanto a lei, fino alla fine, il marito Stefano.

Con lucidità, coraggio e una voce che non ha mai smesso di chiedere rispetto e libertà, Laura Santi ha salutato la vita nel modo che aveva scelto. La giornalista perugina, 50 anni, è morta nella sua casa di Perugia dopo aver auto-somministrato un farmaco letale, come previsto dalla procedura di suicidio medicalmente assistito. Al suo fianco, fino all’ultimo respiro, il marito Stefano, compagno di vita e di battaglia.

Affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, Laura non ha mai smesso di lottare: contro la malattia, contro il dolore, ma anche contro un sistema che per anni ha negato, ritardato e ostacolato il suo diritto di scegliere quando e come dire basta. A darne notizia è l’Associazione Luca Coscioni, della quale Laura è stata attivista e consigliera generale.

“Dopo anni di progressione della malattia e un ultimo anno di peggioramento feroce, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili”, ha raccontato il marito.

La decisione di Laura, frutto di una lunga riflessione e di una coscienza piena, era maturata nel tempo, insieme al desiderio di non lasciare che la malattia le spezzasse la dignità. Lo ha espresso con forza nelle parole affidate all’Associazione:

“La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a cent’anni e nelle condizioni più feroci. Ma dobbiamo essere noi, che viviamo questa sofferenza estrema, a decidere. Nessun altro.”

A rendere possibile il suo ultimo gesto, un team sanitario attivato su base volontaria. La ASL Umbria 1, sua azienda sanitaria di riferimento, ha dato il via libera definitivo alla procedura solo nel giugno 2025, dopo due anni e mezzo di attesa e un percorso giudiziario a ostacoli.

L’Associazione Luca Coscioni ha ricostruito nel dettaglio questo iter lungo e complesso: la prima richiesta alla Asl risale al 2022, seguita da due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo contro l’azienda sanitaria. Solo nel novembre 2024, Laura ha potuto ottenere una relazione medica completa che confermasse i requisiti richiesti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Il mese scorso, infine, l’ultimo via libera da parte del collegio medico e del comitato etico, con l’approvazione del protocollo farmacologico e delle modalità di assunzione.

Nel suo messaggio di addio, Laura ha scelto parole semplici, limpide, che non invocano pietà ma lasciano spazio alla gratitudine, alla libertà conquistata e alla bellezza raccolta nel corso di una vita vissuta fino in fondo:

“Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me.
Io mi porto di là sorrisi, credo che sia così.
Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato.
E vi prego: ricordatemi.”

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