25 Giugno 2025, mercoledì
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Meloni a Berlino: appelli alla pace e richiami all’unità europea, ma le parole superano i fatti

Incontro con il cancelliere tedesco Merz. La premier italiana ribadisce il sostegno a Kiev e chiede attenzione per Gaza. Intanto, in Europa, il suo richiamo contro i personalismi lascia perplessi.

BERLINO – Con un’agenda fitta di tensioni internazionali e l’Europa alla ricerca di una linea comune, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato a Berlino il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Un vertice nel segno della diplomazia, durante il quale Meloni ha rilanciato i temi della pace in Ucraina, della stabilità in Medioriente e dell’unità europea.

“Abbiamo parlato degli sforzi comuni per arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina – ha dichiarato Meloni –. Se oggi esistono spiragli per un dialogo, è merito della tenacia del popolo ucraino e del sostegno dell’Occidente”. Ha poi definito “positivo” il recente incontro tra delegazioni russe e ucraine, pur in assenza di un faccia a faccia tra Zelensky e Putin, sottolineando l’importanza del ruolo giocato da Turchia e Stati Uniti.

Toni istituzionali, parole ponderate. Eppure, nell’osservare la distanza tra dichiarazioni pubbliche e concrete iniziative diplomatiche, non pochi osservatori notano una certa dissonanza tra lo stile assertivo della premier e i risultati effettivi della politica estera italiana, spesso più attenta alla scena che alla sostanza.

Non meno ambizioso il passaggio sulla crisi in Medioriente: “Siamo amici di Israele – ha detto – ma non possiamo restare indifferenti a quanto sta accadendo a Gaza, dove la situazione è drammatica”. Ha poi ribadito che non ci può essere spazio per Hamas “né nella Striscia né in un futuro Stato palestinese”. Parole dure, ma accompagnate da una diplomazia ancora timida, che finora non ha portato a prese di posizione rilevanti nelle sedi internazionali.

Sul piano europeo, Meloni ha lanciato un appello alla coesione tra Paesi membri, invitando ad abbandonare i “personalismi” che indeboliscono l’UE. Un messaggio rivolto, neppure troppo velatamente, al presidente francese Emmanuel Macron, con cui i rapporti restano freddi. Ma l’invito alla sobrietà e al dialogo arriva da una leader che, negli ultimi mesi, non ha rinunciato a contrapposizioni marcate con diversi partner europei, alimentando più di un cortocircuito tra le parole e la linea politica effettiva.

L’incontro con Merz si è concluso in un clima di apparente sintonia, ma il vertice ha lasciato in sospeso il nodo più profondo: il ruolo dell’Italia come attore credibile e propositivo nella politica estera europea. Tra promesse di dialogo e gesti di solidarietà, la sfida più difficile per il governo resta quella di trasformare le dichiarazioni in atti coerenti e duraturi. Per ora, resta la sensazione di una narrazione brillante ma fragile, dove il racconto rischia di prendere il sopravvento sulla realtà.

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