ROMA — È atterrato in Italia, in stato di arresto, il 49enne egiziano fermato in Albania con l’accusa di essere uno dei principali referenti di un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di migranti lungo la rotta del Mediterraneo orientale. L’uomo è stato estradato su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, che coordina l’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Siracusa nell’ambito dell’operazione “El Rais”.
L’indagine ha portato, finora, all’arresto di 15 persone, tutte accusate di aver fatto parte di una rete criminale che, tra il 2021 e il 2023, avrebbe organizzato viaggi illegali verso le coste italiane a bordo di imbarcazioni partite principalmente dall’Egitto, dalla Libia e dalla Turchia. Secondo quanto emerso, sarebbero almeno 3mila i migranti condotti irregolarmente nel nostro Paese grazie ai canali gestiti dal gruppo, per un volume d’affari stimato in oltre 30 milioni di dollari.
Le indagini, avviate da uno sbarco avvenuto sulle coste siracusane, hanno svelato una struttura capillare, con cellule attive in diversi Paesi del Nord Africa, nei Balcani e in Italia. L’organizzazione si sarebbe avvalsa di una rete di intermediari locali, facilitatori e navigatori esperti, in grado di pianificare ogni fase del viaggio — dalla raccolta dei pagamenti fino all’approdo sulle coste siciliane — sfruttando canali criptati e contatti internazionali.
Il 49enne estradato è considerato una figura apicale nel sistema logistico-finanziario del gruppo. Era stato localizzato nei mesi scorsi in Albania, dove si era rifugiato presumibilmente per sfuggire all’estradizione. Dopo una complessa attività di cooperazione giudiziaria e investigativa tra Roma e Tirana, l’uomo è stato consegnato alle autorità italiane e trasferito in un istituto di pena in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il caso “El Rais” conferma l’evoluzione delle organizzazioni criminali nel settore dell’immigrazione irregolare, sempre più strutturate, internazionalizzate e capaci di movimentare enormi somme di denaro attraverso circuiti opachi. Le autorità italiane ribadiscono l’impegno nel contrasto a queste reti, che sfruttano la disperazione di migliaia di persone in fuga da guerre, povertà e persecuzioni.