16 Maggio 2025, venerdì
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Reddito di Libertà al via il 12 maggio: 500 euro al mese per le donne vittime di violenza

L’iniziativa INPS per l’emancipazione femminile solleva critiche: Pisani annuncia esposto per “discriminazione istituzionale”

A partire dal 12 maggio 2025 sarà possibile presentare domanda per il Reddito di Libertà, il contributo economico pensato per aiutare le donne vittime di violenza nel percorso verso l’autonomia personale e familiare. L’agevolazione, istituita nel 2020 con il Decreto Rilancio, durante il secondo governo Conte, prevede un’erogazione fino a 6.000 euro complessivi (500 euro mensili per 12 mesi), una tantum, destinata a sostenere le spese abitative, i bisogni essenziali e il percorso educativo dei figli minori.
Il fondo è stato rafforzato per il triennio 2024-2026, dal Governo (Meloni), grazie anche alla collaborazione con i Centri Antiviolenza e gli enti locali.
La misura viene confermata esclusivamente per le donne, generando prime critiche da parte di associazioni che si occupano di vittime maschili.
Infatti, non sono mancate le polemiche. A sollevarle è l’avvocato Angelo Pisani, ideatore del portale antiviolenza 1523.it, che assiste indistintamente tutte le vittime di abusi, uomini e donne, di ogni età, e l’associazione “Potere ai diritti”.
«Si tratta di un’esclusione inaccettabile – attacca Pisani – che viola l’articolo 3 della Costituzione. La violenza non ha sesso, ma lo Stato sembra dimenticarlo ogni volta che vara misure di sostegno come questa, rivolte solo alle donne.»
L’avvocato del D10S, ha annunciato un esposto alle autorità italiane e un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). In allegato sarà presentato anche il libro-inchiesta “La violenza ignorata – Se questo è (ancora) un uomo”, scritto con la giornalista Rita Pennarola, che raccoglie numerose testimonianze di uomini vittime di violenza, in molti casi ignorati dalle istituzioni.
Nel volume trovano spazio racconti di abusi psicologici, ricatti economici, alienazione genitoriale e denunce strumentali, accompagnati da interventi di giuristi, psicologi, operatori sociali e donne solidali con le vittime maschili.
«La sofferenza maschile – spiega Pisani – non cancella quella femminile, ma ignorarla significa perpetuare un’altra ingiustizia. Il portale 1523.it accoglie ogni vittima, senza distinzioni ideologiche.»
Secondo i dati ISTAT 2023, oltre 1,3 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni hanno subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale. Tuttavia, anche il fenomeno maschile – sebbene meno studiato – emerge con forza: 1 uomo su 5 dichiara di aver subito violenza psicologica in ambito domestico, mentre oltre 100.000 padri separati ogni anno denunciano forme di ostracismo familiare e difficoltà economiche legate alla separazione.
Secondo un report CENSIS, il 9% degli uomini italiani afferma di aver vissuto una relazione con dinamiche violente o coercitive. Numeri che, secondo Pisani, «basterebbero per ripensare le politiche di contrasto alla violenza in chiave realmente inclusiva».

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