Bruxelles – L’Unione Europea si prepara a voltare pagina in modo irrevocabile sul fronte energetico: lo stop alle importazioni di gas russo sarà totale e definitivo, indipendentemente dagli esiti del conflitto in Ucraina. È quanto prevede la nuova “Roadmap per porre fine alle importazioni di energia russa”, presentata oggi dalla Commissione Ue, che punta a una disconnessione strutturale e irreversibile dalla dipendenza energetica da Mosca.
Il piano prevede il divieto assoluto di importazione di gas russo, sia attraverso contratti spot che nei contratti a lungo termine, rafforzando così l’obiettivo strategico di sicurezza e autonomia energetica. Accanto al bando, la Commissione propone nuove regole vincolanti per le imprese e piani nazionali di coordinamento tra i Ventisette per garantire coerenza e solidità nella transizione.
“Anche in caso di un cessate il fuoco o di un accordo di pace, non torneremo indietro”, ha chiarito il commissario europeo all’Energia Dan Jørgensen. “La guerra in Ucraina ha reso evidente ciò che era già strategicamente miope: Putin ha trasformato il gas in un’arma, e non possiamo più permetterci di finanziare, direttamente o indirettamente, la sua economia di guerra”.
L’obiettivo è rendere l’Europa immune da ricatti energetici, completando il processo iniziato con il piano REPowerEU varato nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina. Un processo che non si limita al gas naturale, ma punta a decarbonizzare i consumi, accelerare sulle rinnovabili e costruire un’infrastruttura energetica comune più resiliente.
Le nuove misure, che saranno sottoposte al vaglio del Consiglio e del Parlamento Ue, prevedono l’introduzione di soglie temporali per la progressiva uscita dai contratti esistenti e penalità per le aziende che continueranno a fare affari con fornitori russi, anche indirettamente.
Una scelta che segna un punto di non ritorno: l’energia russa non sarà più parte del futuro energetico europeo, non per scelta contingente, ma per precisa volontà politica e strategica.
