12 Maggio 2025, lunedì
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Zelensky avverte gli Stati Uniti: “Su Crimea e territori occupati non si tratta”

Tensione diplomatica dopo le dichiarazioni dell’inviato Usa Witkoff sulla possibilità di riconoscere i territori contesi alla Russia in un eventuale accordo di pace. Il presidente ucraino: “Linea rossa invalicabile”. Intanto la NATO ribadisce il pieno sostegno a Kiev.

Nel pieno della guerra in Ucraina e del dibattito internazionale sul possibile futuro negoziato di pace con la Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadisce con fermezza i principi intoccabili della sovranità nazionale: “Tutti i territori occupati appartengono allo Stato unitario dell’Ucraina. Riconoscerli come russi è una linea rossa che non sarà mai oltrepassata”.

Le parole del presidente ucraino sono arrivate con tono deciso dopo le recenti dichiarazioni di Richard Witkoff, inviato statunitense e consigliere vicino all’ex presidente Donald Trump, che in un’intervista a Fox News ha ipotizzato la possibilità che un eventuale accordo di pace possa includere la questione dei “cinque territori” oggi sotto occupazione russa.

Tensioni tra Kiev e l’ambiente trumpiano

Witkoff – esponente dell’ala diplomatica vicina al fronte repubblicano e alla visione trumpiana della politica estera – ha lasciato intendere che un compromesso territoriale con Mosca potrebbe essere il prezzo da pagare per fermare il conflitto. Secondo lui e lo stesso Trump, la Russia avrebbe l’interesse a porre fine alla guerra e a normalizzare i rapporti con l’Occidente, anche in chiave economica.

Ma da Kiev la risposta è stata immediata e netta. Zelensky ha rigettato qualsiasi apertura in tal senso, sottolineando che “non ci sarà alcuna pace duratura o giusta se verranno ignorati i confini riconosciuti a livello internazionale”.

Rutte a Odessa: “Il sostegno della NATO è incrollabile”

A rafforzare la posizione di Kiev è arrivata anche la visita a Odessa del segretario generale designato della NATO, Mark Rutte, attuale premier olandese, che ha incontrato Zelensky per ribadire il sostegno costante dell’Alleanza Atlantica all’Ucraina.

“Il nostro impegno nei confronti di Kiev è incrollabile. Non arretreremo di fronte all’aggressione russa” – ha dichiarato Rutte. La visita assume un peso simbolico e politico rilevante, avvenendo in una delle città chiave del fronte meridionale ucraino, sotto costante minaccia missilistica russa.

Il nodo dei territori occupati

Al centro del dibattito internazionale ci sono i cosiddetti “cinque territori”: Crimea, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, oggi parzialmente o totalmente sotto controllo russo. Mosca li considera parte integrante della Federazione, a seguito di annessioni illegittime e mai riconosciute dal diritto internazionale. Kiev, al contrario, rivendica con forza la loro restituzione integrale come condizione imprescindibile per qualsiasi trattativa.

Una pace possibile, ma non a ogni costo

Zelensky lo ha ripetuto più volte: la pace non può essere sinonimo di resa. Accettare una soluzione che lasci territori ucraini sotto occupazione russa significherebbe, secondo il presidente, legittimare l’aggressione e aprire la porta ad altri conflitti futuri. Per questo, Kiev continua a chiedere alla comunità internazionale unità, fermezza e chiarezza, soprattutto a fronte di segnali ambigui provenienti da alcune correnti della politica statunitense.

Il messaggio all’Occidente

Il monito lanciato da Zelensky non è rivolto solo a Mosca, ma anche agli alleati occidentali, nel tentativo di evitare concessioni affrettate in nome di una stabilizzazione illusoria. In un momento cruciale della guerra, con la controffensiva che fatica a produrre risultati strategici decisivi e l’assistenza militare che dipende sempre più dalle scelte politiche internazionali, l’Ucraina non può permettersi ambiguità.

E a chi pensa che i confini possano essere materia di negoziazione, il presidente ucraino risponde con fermezza: “La nostra indipendenza e integrità territoriale non si barattano. Su questo, non ci saranno compromessi.”

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