23 Marzo 2025, domenica
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Tragedia ad Arzachena: uccide il padre a colpi di mazza da baseball, ma in aula dice di non ricordare

Michele Fresi si difende davanti ai giudici: "Avevo preso dieci francobolli di LSD"

Sassari – Un blackout mentale, una notte di violenza inspiegabile, una tragedia familiare senza ritorno. Michele Fresi, il giovane accusato di aver ucciso il padre Giovanni a colpi di mazza da baseball il 27 dicembre 2023 ad Arzachena, si è presentato ieri davanti alla Corte d’Assise di Sassari dichiarando di non ricordare nulla di quella notte di sangue.

“Non ricordo nulla, buio totale”, ha detto in aula Fresi, cercando di ricostruire gli eventi di quel giorno fatale. L’unico dettaglio che riesce a fornire riguarda il massiccio consumo di sostanze stupefacenti: “Avevo preso dieci francobolli di LSD e stavo molto male. Per cercare di stare meglio ho assunto cocaina, ma anziché calmarmi, mi ha fatto sentire ancora peggio”. Da quel momento in poi, sostiene l’imputato, la sua mente si sarebbe spenta.

Ma le indagini e i testimoni raccontano un’altra storia. Prima di scagliarsi con furia omicida contro il padre, un orafo di 58 anni, Fresi avrebbe colpito brutalmente una giovane donna di 24 anni con cui aveva trascorso la serata, fratturandole la mascella. Non contento, si sarebbe poi scagliato contro i carabinieri intervenuti per fermarlo, aggredendoli violentemente.

Un’escalation di violenza che ha lasciato sgomenta l’intera comunità di Arzachena. Il processo prosegue e la difesa punta sull’alterazione mentale dell’imputato per giustificarne l’azione. Resta da capire se i giudici riterranno credibile la versione dell’amnesia o se, al contrario, considereranno Fresi pienamente consapevole di quanto accaduto quella notte di sangue.

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