12 Febbraio 2025, mercoledì
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Parkinson, Svelato il Ruolo Cruciale di un Recettore Nervo: Nuove Speranze per la Cura

Un importante studio scientifico identifica nel recettore mGlu3 un potenziale bersaglio terapeutico per rallentare la progressione della malattia di Parkinson e proteggere le cellule nervose.

Un importante passo avanti nella ricerca sulla malattia di Parkinson è stato compiuto da un gruppo di studiosi dell’Irccs Neuromed e dell’Università Sapienza di Roma. La loro scoperta rivela il ruolo determinante di un recettore nervoso, chiamato mGlu3, nell’evoluzione della malattia. Questo neuro-recettore, infatti, sembra influenzare in modo significativo la vulnerabilità delle cellule nervose, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di trattamenti innovativi in grado di rallentare il decorso della malattia e ridurre i danni neuronali.

Lo studio ha preso in considerazione sia modelli animali che pazienti umani, per esaminare gli effetti di mGlu3. In un primo esperimento, i ricercatori hanno utilizzato topi “knockout”, geneticamente modificati per essere privi di questo recettore, e li hanno confrontati con topi normali, nei quali il recettore mGlu3 era attivo. A tutti gli animali è stata somministrata una sostanza chimica, l’Mptmp, che replica vari aspetti fisiologici della malattia di Parkinson.

I risultati sono stati sorprendenti. I topi privi di mGlu3 hanno mostrato danni neuronali più gravi e una maggiore infiammazione cerebrale rispetto ai topi normali. Questi risultati suggeriscono che la presenza di mGlu3 potrebbe giocare un ruolo protettivo, diminuendo la gravità dei danni causati dalla malattia.

Il passo successivo è stato l’analisi delle varianti genetiche del gene che codifica per mGlu3 (Grm3) in un gruppo di oltre 700 pazienti affetti da Parkinson, confrontandoli con 800 partecipanti sani al Progetto Epidemiologico Moli-sani. I ricercatori hanno osservato che alcune varianti genetiche erano associate a sintomi più gravi, sia di tipo motorio che cognitivo. Inoltre, nei test di plasticità cerebrale, che misurano la capacità del cervello di adattarsi ai cambiamenti, i pazienti con queste varianti hanno mostrato risposte significativamente ridotte, indicando che la presenza di certe mutazioni genetiche peggiora la capacità del cervello di reagire al danno.

“La nostra ricerca evidenzia come i recettori mGlu3 possano influenzare la vulnerabilità delle cellule nervose e modulare le risposte infiammatorie nel Parkinson”, ha spiegato la dottoressa Luisa Di Menna, ricercatrice dell’Irccs Neuromed e prima autrice dello studio. “Questi dati aprono la strada a nuovi approcci terapeutici che potrebbero mirare a questo recettore, rallentando così la progressione della malattia.”

Per il professor Giuseppe Battaglia, Professore Associato di Farmacologia presso l’Università Sapienza di Roma e membro del laboratorio di Neurofarmacologia dell’Irccs Neuromed, la scoperta rappresenta anche una chiave per comprendere i meccanismi molecolari alla base della neurodegenerazione. “Siamo davanti a un’opportunità unica per sviluppare farmaci innovativi che possano ridurre il danno neuronale e migliorare la qualità della vita dei pazienti,” ha commentato.

In sintesi, la ricerca non solo fornisce nuove informazioni sul funzionamento della malattia di Parkinson, ma offre anche spunti per la realizzazione di trattamenti più mirati e specifici. Con il recettore mGlu3 come potenziale obiettivo terapeutico, si aprono nuove possibilità per contrastare la neurodegenerazione e migliorare le prospettive per i pazienti affetti dalla malattia.

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