A cura di Ionela Polinciuc
Donald Trump, recentemente tornato alla presidenza degli Stati Uniti, sta lavorando a un piano per porre fine alla lunga e devastante guerra tra Ucraina e Russia, un conflitto che dura ormai da quasi 1.000 giorni. Mentre Trump esplora opzioni per una soluzione, il presidente russo Vladimir Putin esprime apertura al dialogo, affermando di essere pronto a negoziare con Washington. Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, prende però una posizione chiara, rifiutando qualsiasi concessione territoriale a Mosca e avvisando che ogni decisione finale sarà di competenza di Kiev.
Le elezioni americane hanno cambiato radicalmente lo scenario internazionale, incluso quello del conflitto ucraino. Trump, che durante la campagna elettorale ha promesso un accordo rapido tra Mosca e Kiev, è ora al lavoro su un piano per cessare il fuoco. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal , l’idea del team di consiglieri di Trump prevede una zona demilitarizzata di circa 1.300 km lungo la linea del fronte attuale.
Questa proposta implica un impegno per evitare la presenza di truppe americane sul campo e include una condizione chiave: l’Ucraina dovrebbe rinunciare alla sua richiesta di adesione alla NATO per un periodo minimo di venti anni. Tuttavia, gli Stati Uniti garantirebbero a Kiev una fornitura costante di armi per garantire che il Paese resti difeso in caso di un eventuale nuovo attacco. Trump non ha ancora preso una decisione definitiva su questo piano, ma la proposta è in fase avanzata di studio.
Nel frattempo, a Mosca, la prospettiva di una potenziale apertura da parte di Trump non passa inosservata. Dopo alcuni giorni di silenzio seguiti alle elezioni americane, Putin rompe il ghiaccio al club Valdai, dove ha parlato per oltre quattro ore, congratulandosi con Trump per la vittoria e dichiarando la propria disponibilità al dialogo.
Putin ha spiegato che le dichiarazioni di Trump sull’Ucraina meritano attenzione e ha dichiarato: “Sono pronto a riprendere i contatti, la Russia è pronta a ricostruire i rapporti con gli Stati Uniti, ma ora la palla è nel loro campo”. Mentre si attendeva una comunicazione ufficiale tra Mosca e Washington, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha lasciato aperta la possibilità di una telefonata tra i due leader.
Putin ha anche ribadito che i negoziati dovrebbero partire “dalla realtà attuale”, includendo gli accordi arrivati a Istanbul nel 2022, nella fase iniziale della guerra. Mosca considera le regioni ucraine parzialmente occupate come parte integrante del proprio territorio e insiste sulla neutralità dell’Ucraina rispetto alla NATO, una posizione che sembra essere in linea con le proposte di Trump.
Dall’altra parte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova a Budapest, dove ha espresso la sua ferma opposizione a qualsiasi compromesso finale. Secondo Zelenskyj, fare concessioni a Mosca sarebbe “inaccettabile” per l’Ucraina e “suicida” per l’Europa. Ha avvertito che l’Europa rischierebbe di doversi confrontare con un’escalation sempre più pericolosa, paragonando la possibilità di scendere a patti con Putin a una sottomissione ai dittatori.
Zelensky ha sottolineato che la guerra si svolge “sul suolo ucraino” e che spetta quindi solo a Kiev decidere i termini di un eventuale accordo. Ha fatto inoltre riferimento ai tentativi passati di trattative con Mosca, evidenziando che un cessate il fuoco temporaneo non ha mai portato a una pace duratura. La sua dichiarazione è diretta anche a Trump, ribadendo che la posizione ucraina rimane ferma: nessuna concessione a Putin sarà accettata.
Le posizioni dei leader mostrano un quadro complesso e delicato. Mentre Trump e Putin sembrano orientati a considerare una forma di compromesso che include la neutralità per l’Ucraina e una linea demilitarizzata, Zelensky continua a difendere l’integrità territoriale del Paese e insiste sull’aiuto militare senza condizioni. La situazione resta quindi aperta, con gli occhi della comunità internazionale puntati sui prossimi sviluppi nelle relazioni tra Stati Uniti, Russia e Ucraina.