13 Novembre 2024, mercoledì
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Ozempic: Da Farmaco dei VIP a potenziale scudo contro l’Alzheimer? Un nuovo studio statunitense accende il dibattito

Dalle polemiche per l’uso off-label alla possibilità di prevenire l’Alzheimer: ecco come la semaglutide potrebbe avere impieghi molto più ampi nel campo medico.

Ozempic è ormai noto al grande pubblico come “il farmaco dimagrante delle star”, ma il suo utilizzo principale resta il trattamento del diabete di tipo 2 in adulti che non riescono a mantenere livelli glicemici adeguati solo con dieta ed esercizio fisico. Da oggi, però, il raggio d’azione di Ozempic, nome commerciale della semaglutide, potrebbe estendersi ulteriormente, questa volta verso la prevenzione di una delle malattie neurodegenerative più diffuse al mondo: l’Alzheimer.

Un recente studio della Case Western Reserve School of Medicine di Cleveland, USA, ha evidenziato che la semaglutide, principio attivo di Ozempic e del suo omologo anti-obesità Wegovy, potrebbe ridurre significativamente il rischio di Alzheimer nei pazienti diabetici. Lo studio, pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia e finanziato dai National Institutes of Health (NIH) , ha analizzato dati clinici di oltre un milione di pazienti statunitensi con diabete di tipo 2.

I risultati del team, coordinato dal docente di informatica biomedica Rong Xu , dimostrano come i pazienti trattati con semaglutide abbiano un’incidenza sull’Alzheimer significativamente più bassa rispetto a quelli in terapia con altri sette antidiabetici. Questo effetto protettivo sarebbe indipendente da fattori come età, sesso o presenza di obesità, rendendo i risultati interessanti per una fascia molto ampia di pazienti.

Il principio alla base della potenziale efficacia di Ozempic nell’Alzheimer sarebbe legato alla capacità della semaglutide di contrastare la neuroinfiammazione e la neurodegenerazione , condizioni direttamente correlate al peggioramento della malattia. In studi preclinici precedenti, i ricercatori avevano già osservato che l’agonista del GLP-1 come semaglutide poteva esercitare effetti protettivi sui neuroni e ridurre l’infiammazione cerebrale. Tuttavia, Xu sottolinea l’importanza della prudenza: lo studio in questione, pur robusto, ha dei limiti statistici, e sono necessari studi clinici randomizzati per stabilire in modo definitivo il ruolo della semaglutide nella prevenzione dell’Alzheimer.

Semaglutide, sviluppato dalla multinazionale farmaceutica danese Novo Nordisk , è un agonista del recettore GLP-1, ovvero un farmaco che simula l’azione del peptide glucagon-like-1, un ormone che favorisce il controllo glicemico. Sebbene il suo scopo principale sia migliorare la gestione del diabete di tipo 2, l’effetto collaterale di favorire la perdita di peso ha rapidamente fatto sì che il farmaco fosse richiesto anche da persone non diabetiche in cerca di soluzioni per dimagrire. Proprio per il suo potenziale rivoluzionario, Science ha nominato la semaglutide come “scoperta scientifica dell’anno”.

Ozempic è diventato protagonista di una vera e propria moda, soprattutto oltreoceano, dove celebrità e personaggi influenti, come Elon Musk , hanno dichiarato di avere utilizzato per perdere peso. Nonostante l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo abbia autorizzato solo per il diabete, e successivamente per l’obesità con il nome Wegovy, molte persone continuano a richiederlo come trattamento “off-label” per il dimagrimento, contribuendo alla carenza globale del farmaco.

Le proprietà dimagranti della semaglutide derivano dalla sua capacità di rallentare lo svuotamento gastrico e inviare segnali di sazietà al cervello, riducendo così la fama. Ma questo uso off-label, benché diffuso, sottrae il farmaco a chi lo usa per scopi terapeutici primari, come i pazienti diabetici.

I possibili effetti collaterali dell’Ozempic, come ricordati dall’AIFA, sono molteplici. Tra i più comuni si segnalano nausea, vomito, diarrea e dolori addominali, ma possono verificarsi anche reazioni più serie come ipoglicemia, tachicardia, pancreatite, problemi biliari e, in rari casi, ostruzione intestinale. Inoltre, per le persone non diabetiche o senza obesità, l’uso di semaglutide non è stato studiato in modo approfondito, e gli effetti a lungo termine sono ancora oggetto di ricerca. Gli studi precedenti indicano che, quando il trattamento viene interrotto, molti riacquistano rapidamente il peso perso.

Mentre prosegue la corsa alla ricerca per nuovi trattamenti contro le malattie come l’Alzheimer, il caso Ozempic rappresenta un esempio significativo del potenziale dei farmaci antidiabetici oltre il loro scopo originario. Tuttavia, la prudenza rimane essenziale: anche il team di ricerca americano invita a valutare con attenzione i risultati, sottolineando la necessità di test clinici approfonditi e autorizzazioni adeguate.

L’interesse verso la semaglutide è altissimo, sia per la gestione del diabete che per le sue applicazioni off-label, ma è essenziale che i suoi benefici siano studiati con rigore per evitare abusi e garantire la disponibilità per chi ne ha bisogno.

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