13 Novembre 2024, mercoledì
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Il piano da 35 miliardi dell’UE: Una scommessa per salvare l’Ucraina o una ricetta per il disastro?

A cura di Carlo Alberto Paolino

Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza con 518 voti a favore, 56 contrari e 61 astenuti, un prestito straordinario all’Ucraina da 35 miliardi di euro per assistenza macro finanziaria (Amf), da rimborsare con i futuri proventi dei beni russi congelati, situati nell’ Unione Europea.

Il prestito fa parte del piano Windfall RevenueAcceleration (ERA) del G7, che rappresenta il contributo dell’UE alla più ampia iniziativa da 50 miliardi di dollari volta a sostenere Kiev in mezzo alle crescenti tensioni con la Russia

Questo ulteriore “prestito” messo a disposizione, l’Ucraina potrà utilizzarlo come più ritiene opportuno. Il prestito è subordinato all’impegno dell’Ucraina in materia di democrazia, diritti umani e altre condizioni politiche e sarà erogato fino al 2025.

Intanto il Fondo Monetario Internazionale ricorda che, l’economia europea boccheggia. Lo dice FMI, lo dice il Fondo Monetario Internazionale, ma continua a promettere aiuti, anzi li approva, 35 miliardi per l’Ucraina, nuovi aiuti coperti dai fondi, dagli asset russi, mentre la Russia, e i principali paesi dei BRICS, il gruppo di economie mondiali emergenti, continua a crescere. 

Anche gli Stati Uniti volano, lo dice sempre il Fondo Monetario Internazionale, il loro PIL è in aumento, mentre quello europeo sfiora lo zero. Di fatto nell’ultimo periodo l’Europa è diventata, oltre ad un mero esecutore degli ordini degli Stati Uniti, è diventato un bancomat, quando va bene, il finanziatore diretto della guerra, fornendo armi, fornendo soldi, quando non fornisce direttamente fa da intermediario, come in questo caso. E così la linea bellicista può continuare ad andare avanti.

Tutto questo ci deve far riflettere, specialmente sul concetto di democrazia che sta attuando il presidente ucraino, tipo il reclutamento forzato per strada di chi non vuole andare al fronte, la soppressione della libertà di stampa, l’annullamento delle elezioni, il divieto della religione ortodossa russa, il divieto di utilizzare il russo.

Oppure, tipo dove la corruzione è a massimi livelli, dove il procuratore generale ucraino, notizia di oggi, a causa delle montagne di certificati falsi, a pagamento ovviamente, emessi dai medici compiacenti per evitare il fronte e il vice sindaco di Kiev per sospetta corruzionerelativa alla compravendita di immobili per i parenti, vengono costretti, tra virgolette, a dimettersi, per non dire cacciati dallo stesso Zelensky, perché la situazione è diventata troppo grossa e quindi non si può più nascondere. Ecco, l’impegno dell’Ucraina a sostenere i meccanismi democratici efficaci.

Certo, la Russia deve pagare, ma, la via diplomatica dove ci sta portando? Abbiamo finora l’Ucrainadistrutta, gli ucraini decimati, morti, un’Europa in ginocchio grazie, probabilmente, alle scelte europee perla valanga di pacchetti di sanzioni, che avrebbero dovuto affossare la Russia, oggi, il Fondo Monetario Internazionale, insieme a tutto il coro europeo draghiano che nel 2022, prediceva il crollo del PIL russo nel 2022 e nel 2023 a causa delle sanzioni, dovrebberivedere i suoi calcoli.

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