Dal Palazzo della Repubblica Moldova, una iniziativa importante voluta dalla camera di commercio Italiana in Moldova, può essere utile per riprendere i punti cardine del principio di sussidiarietà per riflettere in che cosa oggi esso può essere di aiuto.
La delegazione Accademia Auge con il rettore Giuseppe Catapano, il Presidente Cesare Cilvini e il coordinatore relazioni estere Prof. Andrea Nappi hanno preso parte in Moldavia al Palazzo della Repubblica con il Primo Ministro Dorin Recean, deputati e rappresentati della camera di commercio Italiana in Moldavia ente promotore ed organizzatore dell’importante incontro Pro-Industria , che ha consentito istituzioni, industrie, commercio e formazione internazionale, confrontarsi sullo sviluppo futuro e collaborazioni internazionali . Temi trattati importanti e delicati , anche per la ripresa della vicina Ucraina. Fondamentale il Piano per il futuro della competitività europea, ricordando l’urgenza di applicare “in modo più rigoroso il principio di sussidiarietà” a livello di Unione Europea. Sollecitati da questo richiamo, riteniamo utile riprendere i punti cardine di questo principio e riflettere in che cosa oggi esso può essere di aiuto. Il principio di sussidiarietà si basa sulla collaborazione virtuosa a tutti i livelli tra i diversi soggetti e nuclei di potere. Un principio che riconosce il primato e la dignità di ogni persona e valorizza il ruolo dei soggetti istituzionali e sociali che le sono più prossimi. Nonostante la sua lunga storia, la sussidiarietà assume oggi un ruolo fondamentale perché lo Stato e la società civile da soli non possono affrontare le sfide che abbiamo davanti. La sussidiarietà – ha scritto Benedetto XVI – “è prima di tutto un aiuto alla persona, attraverso l’autonomia dei corpi intermedi. Tale aiuto viene offerto quando la persona e i soggetti sociali non riescono a fare da sé e implica sempre finalità emancipatrici, perché favorisce la libertà e la partecipazione in quanto assunzione di responsabilità. La sussidiarietà rispetta la dignità della persona, nella quale vede un soggetto sempre capace di dare qualcosa agli altri. Riconoscendo nella reciprocità l’intima costituzione dell’essere umano, la sussidiarietà è l’antidoto più efficace contro ogni forma di assistenzialismo paternalista.” Un coinvolgimento simile era già stato auspicato da Keynes, il quale affermava che “la cosa importante per il Governo non è fare ciò che gli individui fanno già, e farlo un po’ meglio o un po’ peggio, ma fare ciò che presentemente non si fa del tutto”. Il contrario di ciò che sosteneva Nietzsche quando affermava che “solo dove finisce lo Stato comincia l’uomo”. La cultura sussidiaria è, per sua natura, un pensiero che trova sbocco nella concretezza della collaborazione tra la pluralità di soggetti, adoperandosi così per l’inclusione e la solidarietà e contribuendo alla riduzione delle disuguaglianze. Dentro tale spirito di collaborazione, la persona si sente liberamente responsabilizzata e quindi costruttrice di bene comune, facendosi soggetto aggregante e propositivo “dal basso”. In un contesto così globalizzato e interconnesso, affinché i processi maturino in traiettorie virtuose, occorre che ciascun soggetto non svolga il proprio progetto in modo autonomo, ma cerchi invece complementarietà e sinergie con altri attori, a vari livelli. Si tratta soprattutto di una questione di fiducia nella possibilità che una partecipazione corale dia nuova linfa al valore di ogni esperienza, potenziandola e aprendole percorsi spesso neanche immaginabili. Il benessere della generazione presente, come di quelle future, passa dall’assunzione di una responsabilità condivisa: non può esserci miglioramento durevole delle condizioni di vita per ognuno e per tutti senza collocarsi su un sentiero di sviluppo sostenibile. La rete di relazioni intra- e inter-generazionali che il modello sussidiario tende a salvaguardare, grazie anche al ruolo dei corpi intermedi, proietta verso una dimensione di più ampio respiro, necessaria per intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile di lungo periodo. Il concetto di giustizia inter-generazionale al cuore della cultura sussidiaria è un elemento fondamentale per conciliare diversi orizzonti temporali e avere una prospettiva che non si limiti al tempo immediato. In questo senso, essere attenti alle esperienze che nascono dal basso può essere di grande aiuto per individuare quelle soluzioni di cui oggi più che mai abbiamo bisogno, come Paese e come Unione europea. Accademia Auge da sempre in collaborazione formativa internazionale per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro con qualifiche professionali che ama definire Passaporto del Capitale Intellettuale. Ripete il Rettore Catapano, Auge Universita vuole rappresentare il fiore all’occhiello della formazione che coniuga nel rispetto del principio di quel principio di sussidiarietà tanto ripetuto dall’autorevole Mario Draghi nella giornata di presentazione della competività Europea. Con la formazione Auge Paesi più vicini Pace tra i popoli più sicura , formazione più utile per lo sviluppo delle imprese e per la specializzazione delle figure lavorative. Con la partecipazione ufficiale alla giornata di lavori nel palazzo di governo della Repubblica Moldova, si aprono nuovi orizzonti per la continua ascesa dell’Accademia AUGE.