2 Maggio 2024, giovedì
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Studio: Microplastiche aumentano rischio di infarto e ictus

A cura di Ionela Polinciuc

Uno studio italiano recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine ha sollevato preoccupazioni riguardo all’esposizione alle microplastiche e al loro potenziale impatto sulla salute cardiovascolare. L’indagine, definita “rivoluzionaria” da esperti nel campo dell’epidemiologia, è stata condotta dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” con la collaborazione di vari enti, tra cui l’IRCSS Multimedica di Milano e l’Harvard Medical School di Boston.

Lo studio ha coinvolto 257 pazienti di età superiore ai 65 anni che sono stati sottoposti a endoarterectomia per stenosi carotidea asintomatica. Durante la procedura chirurgica, sono state rimosse placche aterosclerotiche dalle arterie, le quali sono state successivamente analizzate al microscopio elettronico. I risultati hanno rivelato la presenza di microplastiche, in particolare polietilene e PVC, nel 58,4% e nel 12,5% dei casi rispettivamente.

Secondo i ricercatori, l’esposizione a queste micro e nanoplastiche potrebbe aumentare il rischio di infarto e ictus. Gli esperti hanno osservato un significativo incremento dei biomarcatori dell’infiammazione sulle placche contenenti microplastiche, suggerendo un possibile legame tra l’inquinamento da micronanoplastiche e le malattie cardiovascolari.

Si ipotizza che le microplastiche possano penetrare nell’organismo umano attraverso l’inalazione e l’ingestione. Ad esempio, durante le frenate, gli pneumatici rilasciano grandi quantità di microplastiche nell’aria, che possono poi essere respirate e raggiungere il flusso sanguigno. Inoltre, le microplastiche possono essere ingerite attraverso il consumo di pesce contaminato o di sale da cucina, oltre che attraverso il contatto con imballaggi di cibi confezionati.

Il polietilene e il PVC, due delle materie plastiche più utilizzate al mondo, sono responsabili della produzione di un’enorme quantità di microplastiche che contaminano l’ambiente. Si stima che un adulto medio inali o ingerisca tra le 39.000 e le 52.000 particelle plastiche all’anno, secondo un rapporto della Commissione Europea.

L’aumento esponenziale della produzione di plastica rappresenta una delle principali cause dell’aggravamento dei danni ambientali. Negli ultimi decenni, la produzione annuale di plastica è cresciuta in modo esponenziale, con previsioni che indicano un ulteriore aumento nei prossimi decenni.

Questo studio mette in luce la necessità di approfondire la comprensione degli effetti delle microplastiche sulla salute umana e di adottare misure per ridurre l’uso e il rilascio di plastica nell’ambiente.

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