A cura di Annalisa Di Vita
Matteo Messina Denaro era ricoverato dal 5 settembre scorso presso l’ospedale dell’Aquila per un tumore al colon trattato già da diverso tempo con la chemioterapia(ormai sospesa) e in cura con la terapia del dolore, è entrato in coma venerdì scorso e nella notte tra il 24 e il 25 settembre, è deceduto.
Il capomafia aveva 61 anni ed era stato arrestato il 16 gennaio scorso in una clinica di Palermo dove si era recato proprio per i suoi problemi di salute. Era detenuto nel carcere delle Costarelle in regime di 41bis, dopoessere stato latitante per trent’anni.
Attualmente la salma del boss si trova nell’obitorio del carcere dell’Aquila, nella cella riservata ai detenuti del 41bis, e prima di procedere con la sepoltura nella tomba di famiglia a Castelvetrano è stata disposta un’autopsia sul suo corpo.
Durante la sua vita, Matteo Messina Denaro ha perpetrato numerose crudeltà, uccidendo bambini, giudici, agenti, ignari passanti con le sue bombe, di alcuni omicidi è stato il mandante e di altri l’esecutoremateriale.
Matteo, noto come “u siccu” aveva ereditato il ruolo di capomafia di Castelvetrano dal padre Francesco, ed è stato uno dei più stretti affiliati di Totò Riina, insieme a lui sono morti molti segreti sulle più grandi stragi di Cosa Nostra e sulle persone che lo hanno supportato durante la sua latitanza.
Il nipote di Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa in un’intervista dichiara <<Mi dispiace che ha avuto poco tempo da vivere in carcere da persona nelle mani dello stato, e invece ha avuto fin troppo tempo a disposizione per vivere libero in mezzo alla società”.
In passato “Diabolik”, un altro soprannome con cui il boss veniva chiamato, scrisse “un essere umano muore veramente quando viene dimenticato e io credo che non lo sarò mai”.
Certamente, non sarà mai dimenticato da tutti parenti delle sue vittime e rimarrà nella storia della mafia italiana come uno dei più feroci criminali.